Madrid voleva un chiarimento che non è arrivato. Allo scadere dell'ultimatum imposto dal premier Mariano Rajoy a Barcellona una lettera è arrivata nella capitale spagnola, ma non chiarisce il punto in sospeso principale lasciato dal discorso tenuto al governo locale dal governatore della Catalogna Carles Puigdemont.
"Faccia chiarezza sulla conferma della dichiarazione d'indipendenza e sulla sua entrata in vigore", chiedeva pochi giorni fa Rajoy, facendo pressioni perché i catalani specificassero se le parole di Puigdemont erano o meno un addio definitivo alla Spagna. Nelle quattro pagine di lettera spedite in risposta c'è la richiesta di un dialogo da aprire nei prossimi due mesi, quello stesso "parliamone" che Barcellona aveva già abbozzato, ma manco un risposta precisa sulla questione dell'indipendenza, che poi è quella centrale.
"Il nostro principale obiettivo è iniziare a dialogare e che tutte quelle istituzioni e personalità internazionali, spagnole e catalane, che hanno espresso volontà di aprire un cammino di negoziazione abbiano la possibilità di esplorarlo", scrive Puigdemont.
E se a Madrid già hanno minacciato di sospendere l'autonomia catalana, dalla Catalogna rispondono che serve un incontro urgente e "l'impegno di ciascuna delle parti a una soluzione concordata", ma anche la fine di quella che Puigdemont ha definito una repressione contro le autorità locali.
"Non è una risposta valida" quella dei catalani. Non per il governo di Madrid, che ha messo subito in luce la mancanza di chiarezza della lettera di Puigdemont. Il ministro della Giustizia, Rafael Catala, ha poi ricordato che in ballo c'è una seconda scadenza.
Entro giovedì prossimo la Generalitat dovrà spiegare che misure vuole adottare per rispettare gli
impegni. E intanto la vicepremier Soraya Saenz de Santamaria, in conferenza stampa, mette le cose in chiaro: "Non è difficile dire sì o no, il governo si aspetta che nelle prossime ore Puigdemont risponda con chiarezza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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