In Sudafrica, a 25 anni dalla fine dell’apartheid, la minoranza bianca ha deciso di reagire alle “discriminazioni” finora subite ad opera della maggioranza di colore.
I discendenti dei boeri hanno infatti recentemente scelto di dare vita a delle cittadine “solo per bianchi”, destinate a dare opportunità di lavoro e protezione alle vittime delle “rappresaglie” promosse dalla popolazione nera. Il territorio interessato dalla comparsa di comunità riservate agli Afrikaner è quello della provincia del Capo Settentrionale, nel nordovest del Paese.
La prima realtà abitativa nata per ospitare soltanto individui bianchi è stata Eureka, sorta da poco a breve distanza dalla città di Garies, sempre nella provincia in questione, per iniziativa dell’imprenditore agricolo Adriaan Alettus Nieuwoudt. Nella neonata comunità, munita di scuole, negozi e cliniche ben attrezzate, gli Afrikaner potranno, a detta di costui, “vivere e lavorare manifestando la propria identità e la loro lingua senza pericoli di ritorsioni”. L’imprenditore, proclamatosi promotore della lotta contro la “scomparsa della razza bianca dal Sudafrica”, ha quindi annunciato ultimamente ai media locali la nascita di Eureka promettendo di regalare appezzamenti di mille metri quadrati a ogni bianco che deciderà di trasferirsi in tale realtà monoetnica.
In seguito alla fondazione di quest’ultima, Nieuwoudt ha dato vita a un movimento, chiamato appunto Eureka, mirante a raccogliere i finanziamenti necessari a costituire altre cittadine riservate ai discendenti dei boeri. Intervistato dai network sudafricani, egli ha però rigettato le accuse di razzismo avanzate a carico della sua iniziativa da parte delle organizzazioni politiche rappresentative della maggioranza nera.
L’imprenditore agricolo, al contrario, ha affermato che sarebbero gli Afrikaner le uniche vittime di pratiche razziste nel Sudafrica contemporaneo, elencando numerose aggressioni avvenute negli ultimi mesi contro le proprietà e le abitazioni della minoranza bianca per mano di persone di colore. La fondazione di realtà urbane per soli discendenti di europei sarebbe quindi, ad avviso di Nieuwoudt, l’unica soluzione possibile per scongiurare la “fuga in massa” dei boeri all’estero, ormai in procinto di essere cacciati, su impulso delle ritorsioni ordite dai neri, da una terra che è stata casa loro per secoli.
Dopo avere descritto le finalità del movimento Eureka, l’autoproclamatosi leader della “riscossa bianca” ha lanciato un messaggio a tutti gli Afrikaner in vista delle elezioni generali sudafricane del prossimo 8 maggio.
Egli ha infatti esortato tale minoranza etnica a disertare i seggi, in quanto, a suo dire, il sistema politico nazionale sorto con la caduta del regime dell’apartheid non tutelerebbe affatto i bianchi, bollati costantemente dalle istituzioni come “nemici da cancellare”.
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