"Ha agito, previo accordo, come parte di un gruppo criminale, consapevole delle conseguenze e con l'obiettivo di uccidere. Azioni mosse dall’odio politico”. È quanto ha stabilito il tribunale di Donetsk, nel sud della Russia, nei confronti di Nadia Savchenko, ufficiale dell’esercito ucraino, accusata di omicidio volontario di due giornalisti russi durante le prime fasi della guerra civile nel 2014. Il verdetto, così come la pena, si conosceranno domani nella loro interezza, quando saranno depositate le motivazioni. La pubblica accusa chiede 23 anni di carcere. I governi occidentali hanno definito la Savchenko come un ostaggio utilizzato dal Cremlino per ottenere concessioni da Kiev, bollando l’intero processo come una farsa.
La difesa della donna ha sempre sostenuto la sua estraneità nella dinamica dei fatti che hanno portato alla morte dei due giornalisti russi, Igor Kornelyuk e Anton Voloshin dipendenti della televisione di stato VGTRK ed un certo numero di civili, così come emergerebbe dai tabulati telefonici. Come membro dell'Assemblea Permanente del Consiglio d'Europa, godrebbe anche dell’immunità diplomatica, status che la Russia non le riconosce.
Continua il giudice nella lettura del dispositivo:
“Nadia Savchenko ha agito come un osservatore di artiglieria in Ucraina orientale con lo scopo di uccidere un numero illimitato di persone".
La donna, secondo l’accusa, avrebbe fornite le coordinate al fuoco dell’artiglieria da campo contro le posizioni russe a nord di Luhansk. L’episodio, avvenuto il 17 giugno del 2014, si colloca al culmine dei combattimenti tra le forze ucraine ed i ribelli filo-russi. Secondo la versione della difesa, la Savchenko sarebbe stata rapita dai ribelli almeno un'ora prima dell'attacco e successivamente consegnata ai servizi segreti russi. Nadia Savchenko, secondo l’accusa, avrebbe tentato di attraversare illegalmente il confine con la Russia.
Deve essere liberata immediatamente – ha affermato l'inviato degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Samantha Power – l’intero processo è una farsa.
Pilota abilitata sia per il caccia-bombardiere Sukhoi Su-24 che per l’elicottero d’attacco Mil Mi-24 dell’esercito ucraino, durante le guerra civile si è unita alla milizia di estrema destra chiamata Aidar, gruppo accusato di crimini di guerra. La donna, paracadutista e membro del parlamento ucraino, ha già annunciato che non farà ricorso e che riprenderà lo sciopero della fame non appena la sentenza diverrà esecutiva.
Nadezhda Savchenko non avrebbe mai palesato posizioni politiche di estrema destra, così come le sue presunte indiscriminate azioni da cecchino contro la folla inerme, raccontate in un approfondimento del quotidiano russo, La Verità del Komsomol, non sono mai state dimostrate. Lo scorso maggio, Nadiya Savchenko è stata insignita dell'onorificenza di Eroe dell'Ucraina- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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