Gli Stati Uniti e il Canada hanno concluso un accordo commerciale diretto a sostituire il Nafta. Nella notte tra il 30 settembre e il primo ottobre, le delegazioni dei due Paesi sono riuscite a concordare nuove regole intese a disciplinare gli scambi di beni e servizi tra Washington e Ottawa. Il nuovo patto, insieme a quello stipulato lo scorso agosto tra Usa e Messico, darà vita all’U.S.-Mexico-Canada Agreement (Usmca), un quadro normativo mirante a regolare un volume d’affari pari a 1,2 trilioni di dollari l’anno. Il "vecchio" Nafta, promosso da Bill Clinton nel 1994, era stato ripetutamente attaccato da Donald Trump in quanto “svantaggioso” per le aziende “a stelle e strisce”. La recente intesa tra Washington e Ottawa rappresenta, per il tycoon, un’ulteriore promessa elettorale realizzata, in quanto egli, durante le presidenziali del 2016, si era impegnato a revocare la scelta fatta ventiquattro anni fa da Clinton.
Con l’entrata in vigore del nuovo trattato commerciale tra i due Paesi, le esportazioni statunitensi di prodotti lattiero-caseari avranno libero accesso al mercato canadese. In cambio, le case automobilistiche di Ottawa potranno vendere i loro veicoli negli Usa senza pagare alcuna tariffa doganale. Tuttavia, la nuova intesa non abolisce i dazi imposti nei mesi precedenti da Trump ai danni delle esportazioni canadesi di acciaio e alluminio. Le due delegazioni, in una nota, hanno precisato che le tariffe applicate a tali materiali sarebbero ancora oggetto di “negoziati paralleli”. Il recente trattato, inoltre, nonostante sia stato presentato dalla Casa Bianca come uno strumento mirante a “scardinare” il Nafta, in realtà salvaguarda alcune norme di quest’ultimo. Il capitolo 19 dell’accordo entrato in vigore ventiquattro anni fa, relativo al “sistema di risoluzione delle controversie”, resterà infatti intatto.
La delegazione americana, guidata dall’U.S. Trade Representative Robert Lighthizer, e quella canadese, capeggiata dal Ministro degli Esteri Chrystia Freeland, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sull’accordo siglato questa notte: “L’Usmca darà ai nostri allevatori e ai nostri imprenditori un quadro normativo di alto livello. Quest’ultimo si tradurrà in scambi commerciali più liberi ed equi, oltre che in una costante crescita economica per tutto il Nord America.” Robert Lighthizer, in una successiva conferenza stampa, ha dichiarato: “Questo accordo è estremamente vantaggioso per gli Stati Uniti e rappresenta una grande vittoria del presidente Trump.” Il premier di Ottawa, Justin Trudeau, in un comunicato, ha salutato come “un giorno felice per il Canada” la conclusione della trattativa con gli Usa in ambito commerciale. All’entusiasmo del Primo ministro ha fatto da contraltare la rabbia degli allevatori del Québec, i quali contestano il libero accesso al mercato nazionale dei prodotti lattiero-caseari “a stelle e strisce”. Il nuovo patto dovrà essere ufficialmente sottoscritto da Trump e Trudeau entro sessanta giorni. Una volta firmato dall’inquilino della Casa Bianca, l’Usmca dovrà poi essere ratificato dal Congresso statunitense.
Ad avviso degli analisti politici americani, le imminenti elezioni di metà mandato rischiano di stravolgere il cronoprogramma diretto all’entrata in vigore della nuova intesa. Un’eventuale maggioranza democratica al Parlamento Usa, frutto del successo elettorale degli avversari di Trump, difficilmente approverebbe la cancellazione del Nafta. Per il momento, l’accordo promosso dal tycoon ha riscosso in patria gli apprezzamenti del sindacato degli imprenditori manifatturieri.
La National Association of Manufacturers ha infatti espresso giudizi positivi sul contenuto del trattato: “Dopo avere analizzato il contenuto del documento”, ha dichiarato Jay Timmons, segretario del sindacato, “possiamo affermare con convinzione che quest’ultimo renderà più liberi e trasparenti gli scambi commerciali in Nord America. Grazie alla nuova intesa, gli imprenditori del settore manifatturiero potranno espandere enormemente il loro volume d’affari, contribuendo così alla crescita dell’economia statunitense.”
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