Trump minaccia pure la Toyota: "Produca in Usa o tasse altissime"

Il tycoon attacca sul progetto di una nuova fabbrica in Messico. La replica della casa automobilistica: "Abbiamo investito in America 22 miliardi di dollari"

Trump minaccia pure la Toyota: "Produca in Usa o tasse altissime"

Donald Trump tampona la Toyota: “Vogliono produrre in Messico le auto per il mercato Usa? Pagheranno una grossa tassa alla frontiera”. Il tycoon continua la guerra dell’automobile e rafforza l'idea del muro (stavolta commerciale) al confine sud.

Il presidente eletto ha affidato a un twitt l’avviso alla casa automobilistica giapponese che aveva annunciato l’intenzione di impiantare un nuovo stabilimento produttivo in Messico a cui destinare la produzione delle vetture destinate al mercato statunitense. “La Toyota ha dichiarato che costruirà una nuova fabbrica a Baja, in Messico – tuona Trump che mette i manager nipponici di fronte a una scelta– per costruire le Corolla da vendere negli Stati Uniti. Non esiste! Impiantate le vostre fabbriche in America oppure pagherete altissimi dazi alla frontiera”.

La divisione americana della Toyota, però, ha risposto a Trump. E ha assicurato collaborazione alla nuova amministrazione sottolineando che – nonostante la costruzione della fabbrica in Messico, il cui annuncio risale all’aprile del 2015 – non comporterà il disimpegno sul territorio americano ma che il management ha intenzione di mantenere alti i livelli di investimento negli Stati Uniti che allo stato attuale ammonterebbero, secondo le stime della stessa casa automobilista, a ben 22 miliardi di dollari.

Sulla querelle, chiaramente, si sono tuffati subito i democratici. Negli ambienti liberal si guarda con disgusto “tecnocrate” alla presa di posizione del presidente eletto. Gli rimproverano di non conoscere le basi dei trattati di libero scambio sottoscritti dagli Usa, tra cui il Nafta, (il North American Free Trade Agreement che istituì una forma blanda - rispetto a quella Cee cui s'ispirò - di piattaforma di libero scambio tra Canada, America e Messico).

Quella della Toyota rappresenta l’ultima puntata, in ordine di tempo, dopo la decisione della Ford di potenziare la linea produttiva sul territorio americano (facendo saltare all’ultimo il progetto di delocalizzazione

in Messico) e l’ultimatum dato da Trump a General Motors sulla produzione messicana dirottata al mercato Usa e a cui aveva già rivolto il medesimo avviso: "Producete in Usa o preparatevi a pagare tasse d'importazione altissime".

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