Uccidere chi tradisce il Paese. Così Erdogan minaccia ancora una volta la sua intenzione di reintrodurre in Turchia la pena di morte, abolita nel 2004.
"Fratelli miei, voi sapete quanto io sia sensibile alla pena di morte. Una volta che verrà approvata dal Parlamento, per me non ci saranno ostacoli ad approvarla. Lo farò. Queste persone devono pagare lo stesso prezzo del massacro compiuto", ha affermato il presidente turco durante una cerimonia funebre a Sarkisl, nell'Anatolia centrale, per la moglie di un soldato turco e suo figlio di 11 mesi. I due sono stati uccisi a causa di un ordigno presumibilmente attribuibile ai militandi curdi del Pkk.
Erdogan aveva già parlato di reintrodurre la pena di morte l'anno scorso dopo la vittoria al referendum costituzionale sul super presidenzialismo, imbarazzando le cancellerie europee. La dichiarazione di queste ore potrebbe essere un altro modo del Sultano per eccitare i suoi sostenitori. Un modo , però, che lascia nello sgomento più totale (e ancora una volta) i suoi vicini.
La pena di morte era stata abolita 14 anni fa ad Ankara proprio in vista dei negoziati per l'ingresso del Paese in Unione europea. Negoziati poi congelati dopo gli ultimi turbolenti eventi che hanno visto protagonista il presidente turco.
Da non dimenticare, infatti, che il 24 novembre del 2016 il Parlamento europeo ha votato a Strasburgo una risoluzione di condanna delle misure repressive sproporzionate adottate dal Sultano.Della possibilità di reintrodurre la pena di morte, comunque, si era iniziato già a parlarne dopo il fallito colpo di stato avvenuto a luglio di due anni fa.
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