The New York Times, quotidiano dichiaratamente anti-Trump, è stato in questi giorni accusato di antisemitismo.
La storica testata, che ha finora ripetutamente bollato il presidente Usa come razzista e xenofobo, ha infatti di recente pubblicato alcune vignette intese a mettere in ridicolo i solidi legami instaurati in politica estera dal tycoon con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Nei disegni satirici incriminati, il leader del Likud appare come un cane al guinzaglio di Donald Trump, a sottolineare, a detta della redazione del giornale, la “viscerale ammirazione” del primo ministro di Gerusalemme verso l’inquilino della Casa Bianca.
La comparsa di tali vignette sulle pagine del New York Times ha subito provocato un’ondata di indignazione negli Stati Uniti e ha suscitato le violente proteste della comunità ebraica. L’American Jewish Committee, per bocca del suo presidente David Harris, ha infatti bollato come “disgustose” le caricature in questione e ha quindi dichiarato: “In una fase storica in cui gli ebrei sono di nuovo presi di mira e sono vittime di attentati, l’iniziativa di The New York Times serve solo a gettare benzina sul fuoco e a rafforzare gli istinti antisemiti della popolazione.” Egli ha poi addirittura promosso un “boicottaggio” del giornale.
Anche i media dello Stato ebraico hanno condannato i disegni satirici pubblicati di recente dalla storica testata. Ad esempio, The Jerusalem Post ha paragonato questi ultimi alle caricature che usavano pubblicare i giornali della Germania nazista per infamare le comunità israelitiche. Scrive a tale proposito l’editorialista Seth J. Frantzman: “Le immagini di Netanyahu apparse ultimamente sul New York Times ci fanno tornare agli anni Trenta, quando la propaganda nazista sfornava testate zeppe di vignette che dileggiavano gli ebrei raffigurandoli come bestie. Oggi, Israele e la minoranza ebraica sono soggetti negli Usa a una vera e propria campagna di odio da parte dei principali media nazionali. A nessun altro Paese o confessione religiosa è riservato un trattamento simile da parte dei network americani.”
Anche l’entourage del presidente statunitense ha espresso sdegno e irritazione per l’iniziativa dell’organo di informazione newyorchese. Donald Trump Jr, figlio primogenito del tycoon, ha infatti tuonato: “Nel suo delirio contro mio padre e i suoi estimatori, il New York Times ha persino riesumato l’antisemitismo più becero. Immaginate cosa sarebbe successo se quelle vignette fossero comparse su un giornale non di sinistra? Questi media radical-chic, dall’alto della loro sbandierata superiorità morale, sono sempre pronti a bollare come razzisti e fascisti i loro avversari. Quando invece sono proprio loro a utilizzare una retorica palesemente discriminatoria, allora si trincerano dietro il diritto di satira e la libertà di opinione.”
La redazione della testata, in un comunicato, ha infine espresso il proprio rammarico per la pubblicazione dei controversi disegni satirici, rivolgendo contestualmente “scuse ufficiali” alla comunità
ebraica. La nota in questione definisce quindi “un errore” la scelta del quotidiano di ospitare le vignette incriminate sulle proprie pagine ed etichetta queste ultime come “platealmente offensive”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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