Perché il missile della Corea del Nord in volo sul Giappone non è stato intercettato?

Gli Usa intanto intercettano con successo un missile balistico a medio raggio.

Perché il missile della Corea del Nord in volo sul Giappone non è stato intercettato?

La Marina militare statunitense ha testato con successo i missili intercettori SM-6 contro un obiettivo balistico a medio raggio in risposta al lancio dell’ultimo vettore tipo Hwasong-12 della Corea del Nord. E’ quanto comunica la Missile Defense Agency. Il cacciatorpediniere classe Arleigh Burke USS John Paul Jones (DDG 53), ha utilizzato il suo radar AN / SPY-1 per tenere traccia del missile bersaglio lanciato dal Pacific Missile Range Facility di Kauai, nelle Hawaii. Gli intercettori hanno colpito l’obiettivo nella sua fase finale di volo. Nel Flight Test Standard Missile-27 Event 2 (FTM-27 E2), la Missile Defense Agency rileva che sono stati lanciati due intercettori. E’ la seconda volta che un missile SM-6 del sistema Aegis intercetta con successo un bersaglio balistico a medio raggio.

L’intercettore SM-6

Il sistema d’arma endoatmosferico SM-6 è progettato per intercettare i missili balistici durante la fase terminale di volo con una portata di circa 380 km. L’SM-6 combina la propulsione e l'avionica dell’SM-2 con un cercatore avanzato a medio raggio. La Marina militare statunitense ha lanciato un missile SM-6 Dual-1 del programma del Sea-Based Terminal per la prima volta nel luglio del 2015, intercettando e distruggendo un bersaglio balistico a corto raggio in mare negli ultimi secondi di volo. E' stato testato nuovamente nel dicembre dello scorso anno, distruggendo con successo un bersaglio balistico a medio raggio in mare. Lo scorso anno, infine, il missile SM-6 ha impegnato il suo primo obiettivo di superficie. Il sistema può essere impiegato nella lotta anti-aerea, nella difesa missilistica balistica terminale e contro obiettivi di superficie. Gli intercettori esoatmosferici SM-3, infine, sono progettati per colpire i missili balistici con una portata di 1.350 miglia nautiche.

La griglia di difesa Aegis è strutturata su 33 navi equipaggiate con intercettori SM-2, SM-3, SM-6. Secondo i dati ufficiali a partire dal gennaio del 2002 (escluso l'ultimo test e quello anti-satellite del 2008), il Pentagono ha intercettato con successo 35 obiettivi sui 43 lanciati per un tasso di successo superiore all’81%. Raytheon ha consegnato più di 330 missili SM-6 con linea di produzione pienamente operativa. L’SM-6 diventerà il pilastro della flotta, mentre ad oggi il sistema di difesa balistica si basa sull’intercettore SM-3. Tuttavia, tali sistemi di difesa, così come abbiamo sempre rilevato, hanno limitate capacità di intercettazione ed in ogni caso contro una manciata di missili all’interno della loro zona di difesa. La griglia missilistica di difesa non è assolutamente progettata o posizionati per difendere l'oceano aperto. Non esistono batterie THAAD in Giappone, mentre anche le batterie Patriot sono progettate per intercettare i missili a corto raggio durante la loro fase terminale. Gli SM-3 potrebbero colpire un missile della Corea del Nord, ma incrociatori e i cacciatorpediniere Aegis dovrebbero trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Sarebbe opportuno rilevare, che gli attuali intercettori Aegis sono stati testati con successo solo una volta contro un obiettivo di classe IRBM. Il più veloce SM3-IIA in fase di sviluppo da parte di Stati Uniti e Giappone garantirà nuove capacità rispetto ai sistemi IRBM, ma non è stato ancora schierato.

Il missile Hwasong-12

Il sistema a medio raggio Hwasong-12, svelato il 15 aprile scorso durante la parata militare in onore del 105 ° anniversario della nascita di Kim Il-sung, fondatore del paese e nonno dell’attuale leader, Kim Jong un, è un missile a due stadi a propellente liquido. Secondo la classificazione standard, un missile balistico intercontinentale ha una gittata superiore ai 5500 km. I lanci precedenti confermano che i razzi a singolo stadio a combustibile liquido della Corea del Nord hanno un tasso di successo pari all’80%. I razzi a due stadi con autonomia di diecimila km (quindi con meccanismo di separazione), hanno raggiunto un tasso di successo pari al 60%. I razzi a tre stadi (dodicimila km), infine, hanno una percentuale di successo inferiore al 40%. Gli asset del Nord sono destinati alla dissuasione nei confronti di qualsiasi cambio di regime da parte degli Stati Uniti.

Boost Phase Intercept

Il ciclo missilistico è diviso in tre fasi: spinta, manovra nello spazio e terminale. Tutti gli asset (Usa, Nato, Russia) concepiti per ridurre la percentuale dei missili in entrata e per garantire la rappresaglia, si basano sul lancio di intercettori. Sistemi come i Patriot, THAAD e Aegis sono progettati per intercettare i missili balistici intercontinentali nella seconda e terza fase del volo. Il Ground-Based Midcourse Defense ed i missili SM-3 sono progettati per colpire i missili nello spazio. Il Kinetic Kill del Terminal High Altitude Area Defense o THAAD, così come la versione Patriot, PAC-3 del Ballistic Missile Defense, sono ritenuti in grado di distruggere un missile balistico a medio e corto raggio grazie all’energia cinetica da impatto nella sua fase terminale, in prossimità del suo obiettivo. Nella Boost Phase Intercept, l’intercettazione del missile avviene nella fase iniziale di spinta ed accelerazione, nei secondi in cui l’ICBM è facilmente rilevabile dai sensori infrarossi e non ha ancora attivato le contromisure destinate alle testate in rientro. Il problema con la fase di spinta è che le difese devono reagire molto rapidamente. Ciò significa che il sistema d’arma dovrà essere il più vicino possibile al territorio nemico. Tuttavia, la maggior parte dei missili balistici moderni si basano su lanciatori mobili, rendendo difficile la loro identificazione.

L'intercettazione ad impulso

Il concetto della strategia di intercettazione ad impulso, è strutturato su droni in pattugliamento persistente equipaggiati con laser ad alta energia che avrebbero anche il vantaggio, rispetto ai sistemi terminali, di garantire la ricaduta dei missili distrutti in Corea del Nord o nel Mare del Giappone, piuttosto che in una città giapponese (se il Giappone fosse l'obiettivo) o una base militare statunitense nella regione. La sua quota di volo, 63 mila piedi, conferirebbe al drone un intervallo molto più lungo per ingaggiare la minaccia. A differenza del laser COIL installato sul 747, piattaforma prescelta per trasportare le sostanze chimiche e l'elettronica necessaria per generare un fascio ad alta energia da un megawatt, i nuovi laser a stato solido sono molto più piccoli. Gli Stati Uniti spingono per una flotta di droni equipaggiati con sistemi laser ad alta energia in grado di intercettare missili balistici intercontinentali della Corea del Nord nella fase di spinta. L’obiettivo è una griglia UAV HALE, High-Altitude Long Endurance, in pattugliamento persistente entro la metà del prossimo decennio, con dimostrazione tecnologia fissata per il 2021 ed in servizio dal 2023. I droni dovranno operare dal Pacific Missile Range Facility nelle Hawaii alla Edwards Air Force Base, in California. La Missile Defense Agency chiede un drone in grado di volare a 63 mila piedi, un’autonomia di 36 ore, con velocità di crociera a Mach 0.45 all'altitudine di pattugliamento. La capacità di carico utile minima richiesta è di 2.268 kg fino a 5.670 kg. La potenza disponibile minima per il carico utile è di 140 kW fino ad un massimo di 280 kW. E’ un energia stimata per garantire il funzionamento del laser per trenta minuti. Ogni fascio dura circa cinque secondi: l’intensità dipende da diversi fattori, come le superfici più spesse degli ICBM. In ogni caso, l’energia destinata al laser non dovrà inficiare le caratteristiche operative del drone (cali di tensione o perdita di quota).

Il programma YAL Airborne Laser

Nel 1996 la MDA aveva pensato ad una flotta di Boeing 747-400F altamente modificati ed armati con laser in grado di intercettare i missili balistici intercontinentali subito dopo il lancio, prima cioè che potessero rilasciare contromisure. I test di volo, dal 2005 al 2010, rivelarono che per avere speranze di colpire i missili, il Boeing YAL-1avrebbe dovuto volare 24 ore su 24 a ridosso dei confini nemici. Il laser tipo COIL, chimico ossigeno-iodio, aveva un raggio d’azione limitato ed una gittata inferiore alle aspettative. I 747, infine, avrebbero dovuto volare con una scorta in quanto costantemente indifesi dai missili anti-aerei e dai caccia nemici. Il programma è stato cancellato nel 2011, dopo un decennio di sperimentazioni. Costo complessivo: 5,3 miliardi dollari. Sei anni dopo, il Pentagono ritiene la tecnologia laser abbastanza matura per abbattere i missili balistici nemici.

Il THAAD

Nessuno sistema missilistico di difesa assicura una schermatura completa. Sono asset concepiti per ridurre la percentuale dei missili in entrata e per garantire la rappresaglia. Il Kinetic Kill del Terminal High Altitude Area Defense o THAAD, è ritenuto in grado di distruggere un missile balistico a medio e corto raggio grazie all’energia cinetica da impatto. Non è mai stato utilizzato in combattimento. Il raggio di intercettazione è di 200 km ad un'altitudine operativa di 150 km ed una velocità massima di Mach 8.24. Il suo raggio di intercettazione è di 120°: un sottomarino, concettualmente, potrebbe lanciare il suo carico da qualsiasi direzione. Per farla breve: radar e lanciatori non possono intercettare una minaccia proveniente da una raggio diverso da quello preimpostato. Dovranno essere nuovamente riposizionati. Quando il radar AN-TPY-2 della Raytheon rileva un missile, acquisisce, traccia e discrimina il grado della minaccia. In modalità avanzata, il radar è posizionato a ridosso di un territorio ostile per acquisire i missili balistici nella fase di salita, subito dopo il lancio. Quando l’AN / TPY-2 viene impiegato in modalità terminale il radar rileva, acquisisce, traccia e discrimina i missili balistici nella fase di discesa. Mentre nella modalità avanzata, il radar passa le informazioni critiche al Command and Control Battle Management, in quella terminale si attivano direttamente gli intercettori. Se la Corea del Nord lanciasse una manciata di missili convenzionali (sempre dalla direzione sperata), i danni provocati sarebbero accettabili diversamente dalle testate nucleari contro cui il margine di intercettazione, pena conseguenze inaccettabili, dovrebbe raggiungere il 100%. Grado di certezza che non sarà mai possibile raggiungere, tuttavia quando incorporato in un’architettura di difesa, il THAAD incrementa la possibilità di intercettare i missili in entrata (parliamo sempre di una manciata di missili). Per ammorbidire la posizione della Cina, il radar in banda X è posto in modalità di intercettazione terminale. La Corea del Sud dispone di batterie Patriot, schierate in maggior numero rispetto agli intercettori Kinetic Kill del THAAD, oltre a nove cacciatorpediniere in turnazione. Ogni singolo intercettore del Terminal High Altitude Area Defense costa mediamente 11 milioni di dollari, rispetto ai 2,5/4 milioni del Patriot. Il reale vantaggio del THAAD è il radar interoperabile AN-TPY-2 e la sua capacità comando e controllo C2 BMC (Battle Management, and Communications System) delle minacce in arrivo per la migliore soluzione di tiro: PAC-3 MSE, PAC-3, PAC-2, THAAD. L’implementazione del sistema in Corea del Sud è quindi legata alle capacità del radar AN-TPY-2, poiché in grado di rilevare, classificare e tracciare i missili balistici diretti contro il Giappone o altri bersagli nel Pacifico. Un’architettura di difesa missilistica avanzata quindi, simile all’Aegis Ashore in Europa. Il THAAD è concepito per intercettare una manciata di missili in arrivo, non per contrastarne centinaia in fase terminale.

L'attuale griglia di difesa USA

La difesa missilistica statunitense è strutturata su una rete globale di sensori per individuare e tracciare qualsiasi lancio contro obiettivi americani. La copertura si basa su diversi siti sparsi per il mondo e nello spazio. La rete in orbita è composta dalle costellazioni del Defense Support Program e Space Based Infrared System. Il radar SBX-1 a banda X è solitamente rischierato a Pearl Harbor, nelle Hawaii. Diversi i radar di allerta precoce sono collocati in Alaska, Groenlandia, Gran Bretagna, Qatar, Taiwan e Giappone (attivi due sistemi radar AN-TPY-2 presso il sito di comunicazione Kyogamisaki nella prefettura di Kyoto ed il secondo, Shariki, nella prefettura di Aomori). La griglia di allerta su basa sui radar SPY-1 dei vettori Aegis sparsi nel globo. Tutti i dati sono gestiti dal sistema centrale di controllo presso la Schriever Air Force Base. Dal 2004, il territorio americano affida la sua difesa al sistema Ground-based Midcourse Defense, progettato per intercettare missili balistici a lungo raggio in entrata. I trentasei missili intercettori sono schierati a Fort Greeley, in Alaska e presso la Vandenberg Air Force Base, in California. L'ex presidente Barack Obama ha ordinato alla Missile Defense Agency di portare a 44 le postazioni GMD entro l’anno. Gli intercettori si basano sull’Exoatmospheric Kill Vehicle, sistema cinetico di rilascio che utilizza i dati di orientamento e sensori di bordo per identificare e distruggere un missile in arrivo nello spazio. Gli intercettori a tre stadi sono progettati per distruggere i missili con l’energia cinetica da impatto. La Commissione Servizi Armati del Senato, propone un aumento di 28 intercettori da portare a cento entro il 2020.

Perché il missile della Corea del Nord non è stato intercettato?

Lunedì scorso la Corea del Nord ha lanciato da un sito vicino Pyongyang, un missile balistico intermedio Hwasong-12. Il vettore ha attraversato il Giappone settentrionale ad un'altitudine stimata di 550 chilometri prima di precipitare nell'Oceano Pacifico, a circa 1.180 chilometri ad est di Hokkaido. Il missile è stato rilevato pochi secondi dal lancio dalla griglia ad infrarossi Usa. Sarebbe opportuno sottolineare che le navi Aegis posizionate nel Mare del Giappone a protezione dei centri abitati e asset militari critici contro vettori SRBM / MRBM non avrebbero probabilmente potuto impegnare un IRBM nel nord del Giappone. L’SM-3, lo ricordiamo, non è mai stato testato contro un veicolo di rientro nell'atmosfera terrestre. Potrebbe essere possibile, ma non è mai stato testato. Una seconda linea di difesa è garantita dai missili Patriot PAC-3 schierata nella base di Chitose, Hokkaido.

Ma perché gli intercettori non sono stati lanciati? La risposta è semplice. Colpire o meglio tentare di intercettare un vettore con traiettoria inoffensiva (così come confermato dal Norad), potrebbe essere interpretato come un atto provocatorio ed innescare una reazione della Corea del Nord. Se gli intercettori avessero fallito, l’intera architettura di difesa missilistica statunitense sarebbe stata messa in discussione dall’opinione pubblica in patria e dagli alleati. Parliamo di investimenti miliardari. In definitiva, le difese missilistiche di oggi possono essere superate facilmente sia dal numero di vettori che dalle contromisure, mentre gli intercettori, molto costosi, dovrebbero essere lanciati comunque a sciame per garantire una ragionevole probabilità di intercettazione.

Ricordiamo, infine, che il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha già emanato precise direttive per l’intercettazione di qualsiasi missile della Corea del Nord rivolto inequivocabilmente contro il suolo Usa e gli alleati regionali, riservandosi il diritto di autorizzare qualsiasi lancio contro i missili rivolti sul mare.

In conclusione. Se il missile lanciato lunedì scorso fosse stata una minaccia credibile per gli Stati Uniti o per il Giappone, l’intercettazione sarebbe stata tentata. L’SM-3 tra il gennaio del 2002 ed il 14 agosto scorso, ha colpito 29 volte il bersaglio su 37 test reali.

La liceità di un’intercettazione non può essere soggetta ad interpretazioni, tranne nel caso in cui Stati Uniti e Giappone dovessero adottare nuove politiche di ingaggio contro diversi tipi di missili e traiettorie. Sarebbe una scelta politica deliberata.

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