Vita su Marte? L'importante ritrovamento di Perseverance

Le rocce raccolte dal rover provengono tutte dal cratere Jezero

Il Rover Perseverance (NASA/JPL-Caltech
Il Rover Perseverance (NASA/JPL-Caltech

C'è o c'è stata in passato vita su Marte? Alla domanda sperano di poter dare un giorno una risposta gli scienziati della Nasa, sulla base dei dati rilevati dai responsabili della missione tuttora in corso sul celebre pianeta rosso.

Stando a quanto comunicato quest'oggi durante una conferenza stampa online, infatti, il rover Perseverance ha raccolto sulla superficie di Marte alcune rocce contenenti specifiche molecole organiche riconducibili alla testimonianza di "una possibile firma della vita". Gli esperti della Nasa ritengono probabile che si tratti di una sostanza o di una struttura in grado di "testimoniare l'esistenza di una vita passata sul pianeta rosso", pur non escludendo che suddetti elementi possano essere stati prodotti "senza che ci fossa vita".

Il ritrovamento

Le molecole organiche rinvenute da Perseverance all'interno del cratere Jezero, sul quale il rover sta effettuando ricerche da oltre un anno, non sono specificamente di natura biologica, ma in esse convive una grande varietà di composti. Si tratta soprattutto di carbonio, idrogeno e ossigeno, tuttavia è attestata anche la presenza di azoto, fosforo e zolfo.

Sono molecole precursi, ovvero di frammenti riconducibili a molecole di natura biologica, anche se la loro presenza non è un indizio determinante in tal senso. Gli uomini del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, responsabili dell'attività del rover Perseverance, hanno infatti precisato che molecole di questo genere possono crearsi a seguito di processi chimici che non implicano necessariamente la presenza di vita.

Le rocce contenenti suddette molecole organiche sono in tutto quattro e fanno parte delle complessive dodici fino ad ora raccolte dal rover Perseverance nell'arco del suo primo anno di attività su Marte.

Rocce provenienti dal cratere Jezero, che saranno inviate verso la Terra nel 2027 in occasione della missione Mars Sample Return (Mrs), della quale ha parlato durante la conferenza Lori Glaze, il direttore della divisione di Scienze planetarie della Nasa.

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