In Yemen i raid aerei dell’aviazione dell’Arabia Saudita, secondo le stime Onu, hanno ucciso otto mila civili. Tra questi, c’è anche Hashim al-Homran, 17 anni, che il 21 gennaio scorso, stava filmando con la sua piccola telecamera i micidiali effetti di uno dei tanti bombardamenti a Dhayan, a venti chilometri dalla città di Sadaa.
Il giovane “reporter” stava documentando l’arrivo dei soccorsi che disperatamente cercavano i superstiti sotto le macerie. Ma all’improvviso arriva un altro bombardamento. Hashim viene ferito, ma continua a riprendere le violazioni che si consumano davanti ai suoi occhi. Non si ferma e filma anche l’ennesimo attacco ad una ambulanza di Medici Senza Frontiere (Msf) arrivata nella zona dei raid, che è costato la vita all'autista.
A causa delle ferite riportate dai bombardamenti, Hashim muore il giorno successivo. E il suo ultimo filmato, caricato in parte su You Tube, documenta la brutale pratica portata avanti dai sauditi, quella del double-tap. Ovvero bombardare, aspettare l’arrivo dei soccorsi e ribombardare di nuovo la stessa area.
Una pratica che anche secondo le Nazioni Unite è un crimine di guerra.Ma i bombardamenti sauditi non si fermano. Come non si stanno fermando gli affari milionari dell’Occidente che stanno riempendo gli arsenali del Golfo. Italia compresa.
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