Monza, Sesto, Legnano le tre città simbolo del terremoto elettorale

Questa prima tornata di amministrative ha riservato non poche sorprese in terra lombarda a tutti i partiti. Ai gufi dell’antipolitica che non si aspettavano un tale botto dei grillini, alla Lega che nonostante la bufera giudiziaria non immaginava di uscire così presto dai giochi in terra padana (Legnano). Così il Pd che ha dovuto fare i conti nella sua Sesto San Giovanni con lo scandalo dell’ex aree Falck e il Pdl che non ha retto, nemmeno in Brianza, alla corsa solitaria.
Il feudo Monza?
Da sempre considerata riserva di caccia del Pdl e roccaforte del berlusconismo, Monza ha giocato un brutto scherzo agli azzurri, regalando al Pd il primo posto e il vantaggio del candidato di centrosinistra. Con un sindaco uscente leghista, Marco Mariani (da sempre a Monza centro il Carroccio prende il 10% di voti circa) che correva da solo, è dovuto scendere in campo Berlusconi per scegliere lo sfidante nel mondo delle professioni, il presidente dei farmacisti italiani Andrea Mandelli. Ma il fattore novità non ha funzionato: al di là del dato di impatto - Lega sbaragliata - il Pdl ora deve fare i conti con l’emorragia di 17 punti dalle Regionali del 2010 (era al 36,03%. Il candidato del Carroccio, sostenuto dalla lista civica ha preso l’11,23%, contro il 53% del 2007 quando la corsa era in tandem con il Pdl. La Lega si ferma al 7,67% perdendo ben 13 punti: era al 20,45% nel 2010. Meno della metà dei voti presi dal Pdl (19,46%), che sosteneva con la Destra Mandelli (20,04%) e che si confronterà al ballottaggio con Roberto Scanagatti del centro sinistra, grande favorito con il 38,29%. Primo partito in assoluto nella roccaforte monzese - sorpresa - il Pd, che prende il 24,77% (sceso dal 25,44% del 2010), seguito dal Pdl e - udite udite - dal movimento 5 stelle che si piazza al terzo posto con il 10,17% superando la Lega, raggiunta dal candidato Udc (7,22%).
L’ex Stalingrado d’Italia
A pagare nella sua roccaforte è anche il Pd, che dopo 18 anni di dominio incontrastato e vittorie al primo turno, va al ballottaggio perdendo 7 punti in un anno. Il cosiddetto «sistema Sesto» fatto di tangenti e corruzione scoperchiato sotto i terreni dell’ex area Falck, per cui sono indagati l’ex sindaco Filippo Penati, l’assessore Pasqualino Di Leva e il sindaco uscente Giorgio Oldrini ha avuto il suo effetto. La candidata del centrosinistra Monica Chittò prende il 46,21% e se il Pd si conferma il primo partito con il 27,14%, fanno molto male i 7 punti volatilizzati (34,55% nel 2010, 34,80% dell’Ulivo nel 2007). Molto indietro i compagni di coalizione: nessuno di questi riesce a sfiorare il 10,33% conquistato dalle 5 Stelle. Sorpresa Idv, al secondo posto con l’8,45%, che doppia Sel (4,81%) e Rifondazione (4,53%). Non sfrutta la delicata situazione il centrodestra. Franca Landucci prende il 16,91%, mentre con il 16,53% il Pdl perde 13,4 punti sulle regionali (29,93%) e altrettanti sulle comunali (Fi+An). Peggio ancora è andata alla Lega che è crollata dal 13,84% del 2010 al 4,17 (5,87% nel 2007).
Legnano, l’ex roccaforte
Legnano riserva più di una sorpresa: qui il comune con vicesindaco lùmbard vede il Carroccio escluso dal secondo turno. Grande exploit dei grillini che arrivano a quota 13,20% superando il 10,9% leghista, con un’emoraggia di ben 15 punti in un anno (25% del 2010 e quasi 2 punti dalle comunali, 11,7% nel 2007).

A stupire maggiormente è il vantaggio del centrosinistra con il 33,83% contro il 31,95% del centrodestra. Primo partito il Pdl - con il 16,73% che perde 16 punti dal 2010 e 22 punti dal 2007 - tallonato dal Pd al 14,58% (- 6 punti dal 2010).

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