Morto o fuggito? Il giallo di Fossett

L'uomo d'affari appassionato d'aviazione è sparito dieci mesi fa nel deserto del Nevada. C'è però chi crede che si sia nascosto per non far fronte debiti

Morto o fuggito? Il giallo di Fossett

Da vivo ha superato i limiti dell’incredibile. Da morto, o presunto tale, rischia di non farsi credere da nessuno. È il singolare destino di James Stephen Fossett, l’avventuriero americano scomparso lo scorso settembre mentre sorvolava il deserto del Nevada a bordo di un piccolo monomotore. In 15 anni d’imprese folli e fantascientifiche Fossett aveva infranto 116 record in cinque differenti specialità sportive inanellando una sessantina di prestazioni ancora insuperate. I due suoi capolavori erano stati prima la circumnavigazione del globo a bordo di una mongolfiera e poi ai comandi di un aereo con un unico motore ed un unico pieno di carburante.

Oggi quelle due imprese leggendarie sono la sua maledizione. Per molti scettici la sua sparizione durante un banale sopralluogo sul deserto Nevada non è credibile. E i primi a sospettare un ardito piano per sparire nel nulla o dividere con la moglie i soldi dell’assicurazione sono i soccorritori e gli esperti che indagano per conto delle assicurazioni. La scettica tra le scettiche si chiama Cynthia Ryan ed è un tenente colonnello della Pattuglia aerea civile, l’unità che per settimane ha setacciato il deserto del Nevada alla ricerca dell’aviatore e del suo velivolo. «Conduco questo tipo di ricerche e di soccorsi da 14 anni e non ho mai assistito a niente del genere. Siamo abbastanza bravi in quel che facciamo e in tutti questi mesi non siamo rimasti ad occhi chiusi visto che abbiamo ritrovato almeno altri sei relitti scomparsi... A questo punto, credetemi, avremmo dovuto ritrovare anche Fossett» ha dichiarato negli ultimi giorni il diffidente tenente colonnello rinfocolando i sospetti di chi è convinto che l’avventuriero abbia architettato la sparizione per far fronte a problemi finanziari o stare al fianco di Maddie McCann, una misteriosa figlia illegittima residente in uno sperduto villaggio portoghese.

I primi dubbi riguardano gli stessi preparativi del fatidico volo dello scorso 3 settembre. L’unico testimone della decisione di Fossett di andare alla ricerca di una fetta di deserto in cui tentare un futuro record di velocità terrestre è il meccanico a cui il pilota affida l’aereo prima di decollare. Ma quel gesto è un’evidente bizzarria visto che in tutta la sua carriera Fossett ha sempre controllato personalmente i velivoli. E a dar retta al perito dei Lloyds di Londra Robert Davis, responsabile di un’indagine di otto mesi non ancora conclusa, la scelta di usare un Bellanca Citabria Super Decathlon in legno, metallo e tela facilissimo da smontare e nascondere, moltiplica i sospetti. La mancata entrata in funzione del dispositivo di allarme capace di trasmettere in un raggio di almeno 150 chilometri le coordinate di un possibile incidente non sarebbe tecnicamente improbabile.

Meno spiegabile è però la decisione di Fossett di lasciare a casa, quella mattina, l’inseparabile orologio svizzero Breitling dotato di un congegno analogo assai preciso. E se anche, come sostiene qualcuno, Fossett e il suo aereo sono stati divorati dai coyote giganti del deserto che ne è stato del segno dell’impatto con il terreno? Per ritrovare i resti dell’amico con cui aveva condiviso tante avventure il miliardario americano Richard Branson convinse Google a creare un sito con le immagini ad alta risoluzione del deserto del Nevada divise in migliaia di quadranti di poche centinaia di metri quadrati.

In poche settimane quelle immagini sono state scandagliate da migliaia di volontari che hanno segnalato e indicato tutte le zone sospette. Eppure nonostante i sorvoli con 25 aerei e numerose spedizioni terrestri nessuno ha ancora ritrovato una sola reliquia di Fossett e del suo aereo.

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