Morto Ravi Shankar: maestro del sitar in scena anche a Woodstock

Virtuoso del sitar, suonò a Woodstock e Monterey e fece da maestro a George Harrison. Sua figlia è Norah Jones

Morto Ravi Shankar: maestro del sitar in scena anche a Woodstock

L'uomo che George Harrison definì il padre della world music, quel Ravi Shankar che fu vicinissimo ai Beatles, è morto a 92 anni.

Suonatore di sitar, assurto alla status di leggenda nella comunità hippie per avere portato i raga indiani nel mondo occidentale, considerato un "tesoro nazionale" dal suo Paese, l'India, Shankar era stato operato ieri per la sostituzione di una valvola cardiaca. Un intervento eseguito con successo, ma da cui il musicista, molto anziano, non è riuscito a riprendersi.

Ravi è morto in California, a San Diego. A ricordarlo quanti lo videro - in diretta o meno - a Woodstock, quanti ammirarono i suoi virtuosismi nel 1971, in occasione di quel Concerto per il Bangladesh che fu pioniere tra i live per beneficenza, ma anche - indirettamente - quanti lo conoscono come padre di Norah Jones (con cui il rapporto non è però idilliaco).

Nel 1957, il Time descriveva i suoi live come un'esperienza davanti a cui gli occidentali si trovavano ora spaesati, ora sensibili. Una sensazione, una barriera contro cui il musicista combattè per tutta la sua vita artistica, tentando di colmare il solco tra oriente e occidente con il suo sitar.

A legarlo al mondo dei Beatles l'incontro con uno dei Fab4, George Harrison, affascinato dalla strumento di cui Shankar era maestro.

Dopo l'incisione di Norwegian Wood, brano in cui il quartetto di Liverpool cercò di inserire un sitar suonato "all'occidentale", fu proprio Harrison a cercarlo per imparare da lui come utilizzare al meglio lo strumento. Within you without you, canzone inclusa nel leggendario Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, fu il risultato di settimane condivise tra i due, in Inghilterra, poi nel Kashmir e in California.

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