MilanoSe nè andato ieri mattina, a causa di un arresto cardiocircolatorio, Luca Massari, il tassista 45enne che il pomeriggio del 10 ottobre scorso era stato pestato selvaggiamente da tre giovani dopo che aveva involontariamente investito un piccolo cocker che gli aveva attraversato la strada in zona Ripamonti, nella periferia sud della città. Rimasto 31 giorni in coma luomo da mercoledì era stato trasgerito dal reparto di rianimazione dellospedale Fatebenefratelli a quello di neurochirurgia perché ormai riusciva a respirare autonomamente anche se, secondo i medici, le sue condizioni restavano disperate e solo un miracolo avrebbe potuto salvarlo. «Nel caso fosse sopravvissuto Massari sarebbe stato costretto in un letto senza alcuna possibilità di interagire con il mondo esterno», hanno dichiarato ieri i medici che lo hanno seguito in questo periodo.
Ora per i responsabili della sua morte - Morris Michael Ciavarella, 31 anni e i fratelli Piero e Stefania Citterio, rispettivamente di 26 e 28 anni - laccusa è di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. La più grave è sicuramente la posizione di Ciavarella che, secondo quanto accertato dalle indagini della squadra Mobile e della Procura di Milano, quel pomeriggio, oltre a spintonare e a colpire il tassista con una scarica di pugni, gli ha rifilato una ginocchiata in faccia, facendolo cadere e sbattere la testa contro il marciapiede. Proprio a causa di quella caduta (e anche dellintervento di Piero Citterio, che aveva continuato a infierire sul poveretto) Massari si era procurato un ematoma alla testa ed era finito in coma.
«Luca Massari fu aggredito da tre persone che picchiarono ferocemente, colpendo con indifferenza anche organi vitali» ha dichiarato ieri lavvocato della famiglia Massari, Cristiana Totis.
E mentre la città è in lutto e i colleghi di Massari il giorno del funerale (la data verrà stabilita dopo lautopsia sulla salma) non saranno in servizio, il Comune si costituirà parte civile al processo.
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