Mps: «Alleanze solo con grandi banche»

Il numero uno della Fondazione, Mancini, archivia l’ipotesi Capitalia

da Milano

Nel giorno dell’assemblea di Banca Montepaschi a Siena si è parlato soprattutto di aggregazioni. Quelle che non interessano e quelle che, invece, sono negli auspici del principale azionista, la fondazione Monte dei Paschi. E a tenere banco è stato proprio il numero uno della Fondazione, Gabriello Mancini. Fatti i complimenti al team di vertice della banca per i risultati 2006 (910 milioni l’utile, +20,8%), Mancini ha messo i definitivi paletti per le prossime mosse dell’istituto: niente fusioni tra uguali, l’Ente è disposto a diluire la sua quota e ad andare in minoranza, ma solo se questo servisse a far fare il definitivo salto di qualità alla banca in termini strategici e dimensionali. «Operazioni di fusioni fra uguali a livello nazionale, che da più parti vengono indicate come opportune», ha detto Mancini, «avrebbero la sola conseguenza di rendere contendibile la ipotetica nuova entità senza apprezzabili vantaggi in termini geografici, industriali o di sopravvivenza di lungo periodo». Certo, il Monte resta aperto ad aggregazioni «se capiteranno opportunità interessanti», sia «in Italia sia all’estero» ma scenderà nel capitale solo «se ne varrà la pena, se il gioco vale la candela». Frasi solo a prima vista generiche (il numero uno si è rifiutato di fare nomi), ma che sono state univocamente interpretate come l’archiviazione definitiva di qualsiasi ipotesi di nozze con Capitalia. La crescita organica (nuovi sportelli, piccole realtà interessanti) resta affidata alle risorse interne del Montepaschi. Quanto alle operazioni straordinarie c’è il mandato affidato di recente a Jp Morgan. La scadenza dell’incarico è fissata a fine anno. Dopo di che, ha detto Mancini, si potrà rinnovare o meno, ma sempre con le stesse caratteristiche. In tutti i casi, secondo il numero uno della Fondazione il Monte di problemi immediati non ne ha: i risultati sono in netto miglioramento, l’azionariato è stabile e per risolvere i problemi di posizionamento strategico a lungo e lunghissimo termine il tempo non manca. D’accordo con lui il vicepresidente dell’istituto Francesco Gaetano Caltagirone: «Il Monte può stare solo o cogliere delle opportunità, ma quelle in Italia sembrano poche».
Da parte sua il numero uno della banca, Giuseppe Mussari, ha passato in rassegna l’accordo con Axa in campo bancassicurativo (dimostrazione, ha detto, che smentisce chi parla di un isolamento dell’istituto) e smentito ogni interesse per Antonveneta: «Mai guardato come obiettivo strategico.

Costerebbe troppo e nessuno l’ha messa in vendita». Dopo le nozze con Axa, Mussari ha annunciato che Mps valuterà altre partnership per lo sviluppo di una serie di business strategici come la gestione dei crediti, l’asset management e il credito al consumo.

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