Suggeriva il poeta Trilussa un secolo fa che la statistica è quella cosa secondo cui, se un tale mangia un pollo e un altro non lo sfiora nemmeno, quei due hanno mangiato mezzo pollo a testa. Il ragionamento può funzionare anche con il conteggio delle parole più ricorrenti nelle canzoni in gara al Festival di Sanremo, uno fra i tanti riti che anticipano o seguono le cinque serate dell'Ariston. L'anno scorso vinse «boom», in funzione più onomatopeica che esterofila, con 36 occorrenze, e la grande favorita, «amore», dovette accontentarsi del secondo posto. Peccato però che tutti quei «boom» esplodessero in una sola canzone, Click boom! (e siamo a 37) di Rose Villain. Quest'anno, «amore» si prenderà la rivincita, con 47 presenze, ma la cosa ovviamente non sorprende nessuno, visto che siamo al Festival, la casa dell'amore sia quando c'è e sia, soprattutto, quando non c'è. Sorprende invece, e in negativo, in quanto ulteriore segnale dell'impoverimento del linguaggio, che, al netto di articoli, congiunzioni, pronomi, preposizioni, avverbi e aggettivi, le parole usate in totale in 29 brani siano soltanto 1813. Lo segnala un'analisi effettuata dall'Adnkronos.
Affermano i linguisti che oggi in Italia il lessico comune contempla circa 50mila parole, ma che 95 volte su 100, nella vita di tutti i giorni, ne usiamo duemila. Il Festival anche in questo si conferma nazionalpopolare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.