Giovane ucraina morta carbonizzata in casa: il racconto choc della figlia

Dmytro Trembach è accusato dell’omicidio di Anastasiia Bondarenko, la 23enne ucraina morta carbonizzata in casa. Secondo il racconto della figlia della vittima il giovane non avrebbe aiutato né lei né la mamma

Giovane ucraina morta carbonizzata in casa: il racconto choc della figlia

Sembrava essere stato un incidente domestico ed invece l’incendio divampato in un appartamento di Borgo Sant'Antonio Abate nel quale è morta carbonizzata Anastasiia Bondarenko, 23enne ucraina giunta in Italia insieme alla figlia di 5 anni da circa un paio di mesi, potrebbe essere stato appiccato da Dmytro Trebmach, il compagno della donna. L’uomo, fermato il 17 marzo, è in carcere ed è indagato per omicidio.

Una storia agghiacciante resa ancora più macabra dalla testimonianza resa in audizione protetta dalla figlioletta della vittima, riportata nell'ordinanza di convalida del fermo. La piccina avrebbe raccontato che l’uomo sarebbe rimasto indifferente davanti all'incendio che era divampato nell'abitazione, tanto che non si sarebbe minimamente preoccupato di fare qualcosa per aiutare le persone che erano in casa.

La piccola ha incontrato la bisnonna, alla presenza degli inquirenti, nel centro a cui è stata affidata dopo la tragica morte della mamma. Durante la conversazione, rileva il gip nell'ordinanza, è emerso che Dmytro si comportava in modo violento con la 23enne, che avrebbe anche aggredito fisicamente. Per di più pare che l’uomo non fosse contento dell'arrivo a Napoli di Anastasiia e della figlia.

La testimonianza della bimba è stata fondamentale per ottenere un altro riscontro della presenza di Trembach in casa. Il giovane, sentito dagli investigatori, inizialmente aveva detto di trovarsi altrove. Versione, questa, smentita dai coinquilini della donna. In più dalle indagini era emerso che il suo telefonino in quelle ore fosse collegato alle celle telefoniche della zona dove è situata l’abitazione della 23enne.

Il racconto della bambina

La piccina ha spiegato di essere stata la prima ad accorgersi dell'incendio. In quel momento la madre era in bagno mentre il giovane, che lei chiama Dyma, si trovava in un’altra stanza. La bimba ha avvisato il ragazzo delle fiamme ma quest’ultimo pare che sia rimasto indifferente alla scena.

La bimba ha ripercorso quei drammatici minuti raccontando che la mamma avrebbe chiesto a Dyma di prendere delle chiavi ma lui non si sarebbe mosso. Nonostante la tenera età è stata la stessa bambina ad agire per tentare di salvare la mamma.

La piccina, seppur spaventata, è corsa a chiamare gli altri coinquilini per chiedere aiuto. Quando la bisnonna le ha chiesto del rapporto tra i due, la bimba ha parlato di aver assistito a dei litigi e che la mamma "piangeva spesso", perché Dyma l'aveva colpita e le diceva cose brutte.

La testimonianza della coinquilina

Altra testimonianza chiave, racconta FanPage, è quella resa dalla coinquilina russa che ha salvato la bambina ma non è riuscita a proteggere Anastasiia.

La donna ha spiegato che la bambina “è salita su da me urlando verso di me, già a metà delle scale, con le parole "Zia, Nonna, Elena, salva mia mamma". Io le chiedevo nella sua lingua, perché parlo anche ucraino, "Che cosa sta succedendo?" e lei continuava più volte a urlare "Corri, Corri, salva mia mamma"".

Le parole del gip

Nell’ordinanza il gip ha scritto che non vi è dubbio che la 23enne ucraina sia morta "a causa del divampare dell'incendio, in cui è rimasta bloccata senza concrete vie di fuga" e "significative, in tale senso, appaiono le drammatiche richieste di aiuto che la piccola figlia della vittima, nell'assoluta, glaciale e disumana indifferenza dell'indagato, rivolgeva alla coinquilina".

Sulla base delle testimonianze il gip ha rilevato che in quei momenti Dmytro, nonostante la piccola si fosse aggrappata "alla mano dell'uomo come per bloccarlo, incurante di tutto ciò che stesse accadendo tira dritto e guadagna l'uscita dell'abitazione e va via".

I messaggi telefonici

Ma vi è di più. Sul corpo della giovane ucraina sono state trovate delle ferite sulla cui origine dovrà fare chiarezza l'autopsia. Inoltre, gli inquirenti hanno ricostruito che lo stesso giorno della tragedia Trembach aveva inviato dei messaggi sul cellulare della madre di Anastasiia, che si trovava in Ucraina. "Puttana per lungo tempo non le sentirete", le aveva scritto.

La donna, spaventata, aveva risposto chiedendo dove fossero le sue figlie (riferendosi alla figlia e alla nipotina, ndr). Poco dopo il giovane le aveva telefonato dicendo:"Io ho bruciato Anastasia" e "puoi comprare i fiori per il funerale".

Il giorno successivo la nonna di Dmytro con un sms l'aveva avvisata della tragedia avvenuta nella casa.

A quel punto la donna decide di partire per l'Italia. È il 14 marzo quando l’anziana si è presentata ai carabinieri della stazione Borgoloreto. Tre gionri dopo, Dmytro Trebmach viene arrestato.

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