Due passi sotto la pioggia nel distretto 789, il quartiere artistico nato nel 2000 in un'area industriale dismessa. Uno sguardo alle opere esposte da Continua e da Officina, due gallerie italiane proprio al centro della Soho pechinese. Un'occhiata incuriosita pure alla mostra di Nedko Sokalov negli spazi dell'Ucca, dal titolo accattivante: «Rimpiango il socialismo? Forse». E qualche parola affidata all'agenzia ufficiale Xinhua: «Abbiamo un progetto ambizioso, l'Italia può fare da ponte tra la Cina e l'Unione europea». Del resto, spiega Giorgio Napolitano, sono settecento anni, cioè dall'epoca di Marco Polo, che le due nazioni hanno un rapporto privilegiato.
Inizia così una visita di Stato che i diplomatici definiscono «cruciale». Napolitano, dopo aver passato le consegne al supplente Renato Schifani, resterà in Cina una settimana e visiterà Pechino, Shanghai, Macao e Hong Kong. Nei prossimi giorni gli incontri con il presidente della Repubblica popolare, Hu Jintao e con il premier Wen Jabao: temi dei colloqui, l'economia, il commercio, gli scambi culturali e forse i diritti umani. Intanto il capo dello Stato si porta avanti con il lavoro anticipando nell'intervista qual'è la chiave del suo viaggio, cercare di stabilire una relazione speciale.
Per farlo, Napolitano si muovera sull'onda di due grandi italiani del passato ancora molto apprezzati laggiù, Marco Polo e don Matteo Ricci. Non a caso al gesuita, missionario ed esploratore marchigiano, morto a Pechino 400 anni fa, è dedicata una grande mostra a Macao, che il presidente italiano andrà a inaugurare. E non a caso tra qualche ora il capo dello Stato visiterà il China Word Museum che, fra mille personaggi cinesi, ne ricorda solo due stranieri, e sono proprio quei due italiani. E per lo stesso motivo mercoledì andrà a deporre una corona sulla tomba di Matteo Ricci. «Insegnava che nessuno può dare lezioni ad altri, che piuttosto bisogna accostarsi con comprensione e lungimiranza a un mondo diverso».
Oggi in Cina c'è parecchia attenzione verso l'Italia: per la sua moda, per il suo stile, per la sua arte, per la sua scuola di restauro e anche per alcune sue sorprendenti performance di veliero leggero, leggerissimo rispetto alla stazza di un paese-continente quale la Cina.
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