Come nasceva l'arte tra Quattrocento e Cinquecento

Un volume di Salvatore Settis tenta di ricostruire i rapporti tra artisti e committenti nel Rinascimento, cercando di mettere a punto un metodo che permetta di comprendere anche i casi tuttora rimasti privi di una documentazione che ne spieghi le origini

Tra Quattrocento e Cinquecento l'Italia ha visto fiorire due secoli di arte pittorica rimasta a tutt'oggi insuperata. Un proliferare di autori di grandissimo pregio e duecento anni che hanno fatto della pittura italiana uno dei punti fermi della cultura iconografica e della Maniera. Ma non solo. L'arte rinascimentale e pre-rinascimentale è la somma di ingegni diversi che hanno operato in ambienti diversi ma che sono rimasti capiscuola assoluti. Di molti di loro, tuttavia, non si conoscono attualmente i meccanismi che regolavano il rapporto tra l'artista e il suo datore di lavoro, cioè il committente. L'interrogativo è insomma dove nasce l'arte e ad esso ha cercato di dare risposta Salvatore Settis, docente di Storia dell'arte e archeologia alla Normale di Pisa, che ha tentato di fare luce proprio su questo particolare quanto fondamentale aspetto. Così Settis, partendo dai suoi molteplici e apprezzati studi condotti su Giorgione («La tempesta interpretata» ha avuto numerose traduzioni anche in lingue straniere) è approdato a questo volume «Artisti e committenti fra Quattro e Cinquecento» (Einaudi, pp. 234, 21 euro) nel quale cerca di fissare un metodo che consenta di ricostruire il momento in cui all'epoca poteva essere individuato il momento in cui nasceva l'arte.
Esistono infatti molti casi in cui la ricostruzione è dubbia per la mancanza di documenti che ne attestino l'inoppugnabile origine e proprio questo è il meccanismo che Settis cerca di scardinare, consegnando agli studiosi gli elementi per poter fare luce su casi oscuri che ad oggi appaiono obiettivamente imperscrutabili.
Il volume, di grande pregio culturale e documentario, supportato da un consistente apparato bibliografico e corredato da numerose illustrazioni, contiene scritti composti in momenti diversi e parte dall'indagine aristotelica sulle varie fasi che stanno alla base della costruzione delle opere di Retorica. Vengono così evidenziati gli stadi di inventio, dispositio, elocutio, memoria, pronuntiatio e applicati, per quanto possibile, anche al momento dell'arte pittorica.

Settis punta insomma a scoprire la falsariga della committenza artistica dell'epoca per cercare di individuare le pratiche socio-culturali che articolavano il rapporto di committenza per capire se è possibile ripercorrerle con lo scopo di organizzarle in una sorta di «protocollo» standard che, una volta ricostruito in un numero sufficiente di casi ben documentati, possa servire per leggere anche quelli ai quali manca una documentazione altrettanto precisa.

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