Natalino Otto, sampierdarenese doc

Chi si ricorda di un certo Natale Codognotto, in arte Natalino Otto, nato il 24 (o il 25?) dicembre del 1912 e morto a Milano il 4 dicembre del 1969? Il cantante, che fu grandissimo negli anni quaranta e cinquanta, riposa nel piccolo cimitero della Castagna sopra Sampierdarena. E in occasione dei quarant’anni dalla morte i suoi amici della delegazione vogliono ricordarlo come si addice ad uno che fu davvero significativo nella storia della canzone italiana.
I suoi amici si chiamano Enzo Robino, Armando Ricci, Michele Caldarera, Franco Origone, Stefano Curti e Luca Rovero. Coloro, cioè, che hanno lanciato da qualche mese una bella publicAzione legata a Sampierdarena («Quartiere San Pier d’Arena») e adesso si stanno impegnando nel «Progetto Swing 8» con l’obiettivo di riscoprire la cultura dei tempi di Natalino Otto.
Il progetto inizierà il prossimo 12 novembre alla Sala Mercato del Teatro Modena con l’Orchestra Filarmonica di San Pier d’Arena, con la cantante Sabrina Colombo che riproporrà i brani celebri portati al successo da Natalino. «Poi - spiega Renzo Robino - nel 2010 cercheremo con la collaborazione di tutta Sampierdarena, di riscoprire un’epoca indimenticabile, quella di Natalino Otto, l’origine di molti fenomeni musicali, i viaggi che fecero di Genova Sampierdarena il crocevia tra Europa e America».
Le canzoni di Natalino. Chi le ricorda? Eccone una serie: «Mamma voglio anche io la fidanzata», «Op op trotta cavallino», «Lungo il viale», «Ho un sassolino nella scarpa», «Mister Paganini», «La classe degli asini». Non v’è dubbio che, in quegli anni, ci voleva coraggio a lanciare lo «swing». Il regime fascista mal tollerava la musica definita «anglo americaneggiante, saxofonizzata, a base di sincopati». Ma Natalino andò avanti per la sua strada, anche utilizzando furbissimi accorgimenti, cambiando i titoli delle canzoni. Pensate «Stardust» non poteva essere tradotta «Polvere di stelle». E si intitolò allora «Cosmo». E ancora «St. Luis Blues» cambiò addirittura autore e si chiamò: «La tristezza di San Luigi».
La storia di Natalino Otto è pervasa da avventure, viaggi tra continenti, ritorni nella sua Sampierdarena, una vita tipica di un cantante alla ricerca del successo (che non tarda ad arrivare). Tanti i suoi concerti sulle navi da crociera di allora, con lunghi viaggi in Sud America, poi la sua amicizia con Gene Krupa, Bing Crosby, Tyrone Power, Joe Venutim. Ed anche una sua partecipazione al Festival di Sanremo (inizi anni cinquanta).
Franco Origone, originale designer e direttore responsabile del mensile «Quartiere San Pier d’Arena» ha ideato il «logo» per l’evento dei prossimi mesi. Un’ultima annotazione su Natalino Otto: come appare sul «Dizionario della Canzone Italiana» di lui si ricorda che «fu il cantante della sua epoca più giovane di idee, il più moderno, il più eclettico. Nel suo swing si ritrovano tutte quelle esperienze dei jazzisti con i quali ebbe modo di lavorare».


Conclude Enzo Robino: «Conservare questa memoria è un mezzo per recuperare orgogliosamente un passato e per affermare che oggi Sampierdarena non è solo degrado, ma anche luogo di riflessione, integrazione, crescita economica e culturale». Insomma, questi «amici» tentano anche loro, per dirla con Natalino, di togliersi qualche «sassolino dalla scarpa».

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