"Avete un problema, avrò una donna italiana". Le provocazioni via chat del migrante

Abbiamo intercettato un migrante arrivato col barcone in Italia, che ci ha esposto il suo punto di vista non senza provocazioni verso il Paese

"Avete un problema, avrò una donna italiana". Le provocazioni via chat del migrante

L'Italia è schiacciata da una pressione migratoria con pochi precedenti nel passato. Il contesto geopolitico africano spinge decine di migliaia di migranti ogni mese verso il nostro Paese mentre il governo lavora per fermare le partenze, agendo all'origine del problema. Una mole così imponente di irregolari che si riversa sulle nostre coste mette a dura prova la rete del sistema di accoglienza che, dallo sbarco in poi, è chiamata a prendersi cura di ogni singolo migrante. Eppure, mentre la sinistra invoca porti aperti ovunque, nessun confine e ingressi illimitati per i migranti, che a loro dire scappano tutti dalle guerre e chiedono rifugio, questi si lamentano perché l'Italia dopo tutto non è quel paradiso che gli avevano promesso.

Dopo aver documentato le proteste per il cibo servito nei centri di prima accoglienza, che non è di loro gradimento perché segue la dieta italiana e non quella africana, ho cercato di entrare in contatto con uno dei migranti intervenuto nella discussione sulla bassa qualità dell'accoglienza italiana. Si trova in Italia da qualche mese, dove dice di essere arrivato con la moglie, che si trova in un altro centro. È un migrante subsahariano ma non ci ha voluto dire di quale Paese è originario.

"Io personalmente non mi lamento della stanza, e non credo che tutti chiedano una stanza singola. Nessuno è perfetto, questa è una responsabilità pesante per l'Italia, lo riconosco, ma è solo il minimo che chiedono. I fondi per i centri di accoglienza e il mantenimento dei migranti arrivano dalle casse dello Stato italiano?", ci dice il migrante, che quasi giustifica chi si lamenta per il vitto offerto nei centri di accoglienza: "Uno che è malnutrito e poi ha indigestione, non sarebbe un altro problema? Perché prendere male le critiche invece di migliorarsi?".

Gli facciamo notare che, probabilmente, se qualcuno andasse a casa sua e, dopo aver ricevuto da mangiare e dormire gratuitamente, andasse dai suoi amici e dicesse loro che li hai maltrattati, anche lui si offenderebbe e su questo punto non risponde ma rilancia: "L'Italia non lo fa gratis. Sei un giornalista, come dici tu, quindi smettila. Noi che veniamo qui siamo istruiti". Non ci spiega cosa intende quando dice che l'Italia "non lo fa gratis" e non risponde nemmeno quando gli viene chiesto perché, viste le lamentele contro il nostro Paese, le barche non vengano dirette verso altri Paesi. Malta, per esempio, ma anche Cipro e la Grecia sono più vicine dell'Italia rispetto alla Liba. "Sei sicura di essere un giornalista? Penso che tu conosca già la risposta a questa domanda. Conosci molto bene l'immigrazione e le sue cause, è una questione dell'Ue", ci dice, continuando a evitare la domanda anche quando gli chiediamo se vuole affrontare il tema coloniale. Ci dice che "molti vogliono lasciare l'Italia", che rappresenta per loro solo un blocco perché "alcuni preferiscono andarsene". E si stupisce che i clandestini non possano spostarsi liberamente sul territorio ma, anzi, secondo lui è l'Italia a "proibire ad alcune persone di uscire". D'altronde, prosegue, se l'Italia è sovraffollata dovrebbe lasciare andar via chi vuole andare altrove.

Cerchiamo di fargli capire che in Europa esistono delle leggi e che queste devono essere rispettate. Quindi, finché non viene determinato un eventuale status che dà diritto a una protezione internazionale, non è possibile consentire il movimento. Tanto che la Francia effettua i respingimenti. Gli spieghiamo che l'Italia non ha alcun interesse a trattenere i migranti irregolari ma è obbligata a farlo fino al completamento del processo di identificazione e determinazione dello status. La sua risposta è spiazzante: "Quindi cerchiamo di essere pazienti e cortesi tutti". Il concetto di clandestinità viene del tutto bypassato, l'Italia dev'essere paziente perché, d'altronde, "è il saccheggio dell'Africa che manda tutto questo". Si ritorna al tema coloniale e spiegandoci che lui è qui perché ama l'Italia, cerca di giocare la carta del razzismo: "Avete un problema con i neri?".

Gli facciamo notare che in Italia non esistono problemi di razzismo ma che non si capisce per quale motivo sia sempre e solo il nostro Paese quello di primo sbarco: "È la strada per l'Italia che conosciamo ed è l'Italia che amiamo. Andrò fino in fondo, magari avrò una donna italiana, anche da completare [ride]". La sua risposta mette in luce due elementi: il primo è che l'obiettivo di tanti non è l'Europa ma è l'Italia nello specifico, il secondo è l'idea di trovare una donna italiana da usare a piacimento. Alla nostra richiesta di chiarimento su questo secondo punto, visto che in precedenza aveva detto di avere una moglie, replica: "Sì, ma sposerò un'italiana visto che l'Italia non mi fa stare con mia moglie [ride]. Qualcuno potrebbe portarmela via".

Gli facciamo notare che un "ricatto" simile non è il miglior modo di presentarsi e di farsi onore, per lo meno in Italia, e chi chiediamo da dove nasce questa sua certezza che troverà una donna italiana: "Scherzavo, voglio molto bene a mia moglie.

Dici che un'italiana non sta con me perché sono povero? Molti africani sono sposati con italiane nella mia città". E quando gli facciamo notare che la ragione non è certo lo status economico ma il fatto che ha già una moglie e cerca una donna italiana "da completare", cambia argomento e chiede una nostra fotografia.

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