Arrestato il "Bufalo", è l'ultimo boss della Banda della Magliana

Marcello Colafigli è tra le 28 persone fermate per i reati di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, tentata rapina in concorso, tentata estorsione in concorso, ricettazione e possesso illegale di armi

Arrestato il "Bufalo", è l'ultimo boss della Banda della Magliana
00:00 00:00

É spuntato un nome noto del mondo criminale attivo in passato nella Capitale tra le 28 persone destinatarie di un'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito di un'operazione di polizia effettuata nelle province di Roma, Napoli, Foggia e Viterbo. Si tratta del 70enne di Poggio Mirteto, in provincia di Rieti, Marcello Colafigli, uno dei promotori storici della Banda della Magliana, finito nuovamente nella rete della giustizia per una presunta attività illecita. L'ordinanza, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Roma è stata eseguita all'alba dai carabinieri del nucleo investigativo, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia.

Le accuse

Alle 28 persone (11 destinatarie della misura della custodia cautelare in carcere, 16 della misura degli arresti domiciliari e una dell'obbligo di firma), sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, tentata rapina in concorso, tentata estorsione in concorso, ricettazione e possesso illegale di armi, procurata inosservanza di pena e favoreggiamento personale. Le indagini, avviate dai militari nel giugno 2020, avrebbero permesso di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine all'esistenza di un sodalizio criminale, con base logistica nella Capitale e operativo nell'area della Magliana e sul litorale laziale, capeggiato da uno dei promotori storici della cosiddetta Banda della Magliana.

Il ruolo di Colafigli

Marcello Colafigli, nonostante in regime di semilibertà, sarebbe riuscito a pianificare cessioni e acquisti di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti dall'estero (Spagna e Colombia), mantenendo rapporti con esponenti della 'ndrangheta, della camorra, della mafia foggiana e con albanesi inseriti in un cartello narcos sudamericano. Colafigli, il "Bufalo" del libro Romanzo Criminale, è stato riconosciuto, insieme a Franco Giuseppucci, Enrico De Pedis, Maurizio Abbatino e Nicolino Selis, come uno dei promotori del gruppo criminale noto con il nome Banda della Magliana. Gravato da più ergastoli, è stato condannato, tra l'altro, per il sequestro e l'omicidio del duca Massimo Grazioli Lante della Rovere (considerata l'azione con cui la Banda ha iniziato la propria attività criminale) e l'omicidio, come mandante, di Enrico De Pedis.

Il passato dell'esponente della Banda della Magliana

Il boss della banda fu attirato in un'imboscata con la complicità di Angelo Angelotti, detto "il Giuda", in una bottega d'antiquario di via del Pellegrino, il 2 febbraio 1990.

Era stato anche rinchiuso in un manicomio di Aversa, da cui era evaso, dopo che aveva giustificato la partecipazione a un agguato a Roma del 1981 per vendicare l'uccisione di Franco Giuseppucci, "Er Fornaretto", sostenendo che lo stesso boss gli fosse apparso in sogno per chiedergli di uccidere i fratelli Proietti, ritenuti responsabili della sua uccisione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica