Il boato, il buio, poi l'aria irrespirabile: così è iniziato il dramma nella centrale di Suviana

Ci sono ancora 4 persone da salvare nella pancia della centrale idroelettrica di Suviana: i vigili del fuoco non hanno preso un minuti di pausa da quando sono arrivati sul posto e i testimoni raccontano di un forte boato e del fumo che si è levato

Il boato, il buio, poi l'aria irrespirabile: così è iniziato il dramma nella centrale di Suviana
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Si lavora senza sosta alla centrale idroelettrica di Suviana dalle 15 di ieri pomeriggio, quando un'esplosione ha squarciato quella che sarebbe dovuta una giornata come tante nell'impianto di Bargi, nel giorno del collaudo della nuova turbina. Gli operai avevano appena terminato di mangiare nel vicino ristorante, erano tutti trasfertisti, ed erano quindi tornati a lavoro per terminare i lavori. La vittima più giovane ha 35 anni, quella più anziana 73, nessuno di loro era residente in zona.

L'esplosione e il fumo

In mattinata non c'erano stati segnali di problemi tutto era filato regolarmente. Poi, all'improvviso, la turbina ha fatto un rumore diverso dal solito, "simile a quello di un motore fuori giri", scrive Repubblica. E a quel punto, pochi secondi dopo, si è verificata l'esplosione. "Ho sentito uno strano rumore provenire dalla turbina, poi è stato il buio", avrebbe detto uno degli operai che ha riportato ferite meno gravi nell'incidente, come riferito dal Corriere della sera, e che fino a tarda notte è rimasto ai cancelli, ad aspettare che i vigili del fuoco riportassero in superficie uno dei colleghi.

Le fiamme hanno avvolto interamente l'ottavo piano dell'impianto, a 40 metri di profondità. L'aria è diventata irrespirabile per il fumo e il caldo derivante dall'incendio. A causa dell'esplosione è collassato anche i solaio tra l'ottavo e il nono piano e l'impianto di refrigerazione non ha retto, allagando l'ultimo piano. "Ho sentito nettamente il botto e poi ho visto la colonna di fumo, anche l’aria si è fatta irrespirabile", è il racconto di Simone Cappi, il ristoratore che ha il locale a 300 metri dall'impianto, dove gli operai vanno ogni giorno per pranzo.

Le difficoltà dei soccorsi

I vigili del fuoco non si arrendono e in quell'inferno sperano ancora di trovare qualcuno dei dispersi vivo. "Potrebbero aver trovato ricovero da qualche altra parte della piastra", spiega il direttore regionale dei Vigili del Fuoco, Francesco Notaro. Con i suoi uomini sta facendo di tutto per raggiungere le aree coinvolte dall'esplosione ma è un lavoro molto complicato. I soccorritori possono arrivare fino a un certo punto, ma sempre e solo con bombole e tute particolari, vista la complessità dello scenario d'intervento. Poi devono intervenire i sommozzatori e immergersi in quel che resta del nono piano dell'impianto per provare a cercare i dispersi.

E da ieri il lavoro non si è mai fermato. "C'è acqua, quindi ci si muove a fatica. In acqua visibilità zero. È una situazione difficile, ma questo è un momento di studio della situazione insieme ai tecnici dell'Enel. Dobbiamo capire da dove sta entrando l'acqua e cosa può accadere", ha spiegato Luca Cari, portavoce dei Vigili del Fuoco. Nell'ottavo piano "ci sono almeno 50 cm di acqua. Fino a questa notte era una zona asciutta nella quale potevamo rimuovere le macerie. In questo momento non è più possibile fare questo tipo di operazione. Stiamo rimodulando l'intervento. È un intervento che va studiato perché molto, molto complesso".

L'indagine della procura di Bologna

La procura di Bologna ha aperto un fascicolo e indaga sulle possibili cause. I lavori in tal senso sono in fase embrionale, c'è da trovare i 4 dispersi come attività prioritaria. Verranno sentiti tutti i possibili testimoni dell'esplosione e la lente di ingrandimento al momento è puntata sui lavori di manutenzione, affidati alle ditte esterne.

Quelli alla turbina erano lavori straordinari, condotti da operai specializzati trasfertisti, che avrebbero dovuto finire a breve. Erano in corso da un anno e non erano state segnalate anomalie di sorta nel funzionamento.

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