Dalle Ong pro immigrati alle associazioni Lgbt: così l'indottrinamento inizia a scuola

Incontri con Ong, comitati "no Cpr" e sigle arcobaleno: la propaganda a senso unico inizia in classe. E chi la pensa diversamente è accusato di fascismo

Dalle Ong pro immigrati alle associazioni Lgbt: così l'indottrinamento inizia a scuola
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Le scuole italiane sono in mano ai collettivi rossi. È dalle classi delle superiori che fanno partire l'indottrinamento senza contraddittorio. E chi non ha le loro stesse idee non ha diritto di esprimersi e men che meno di dissentire. Un canovaccio piuttosto noto che, negli anni passati, sembrava essersi quantomeno affievolito ma che, invece, ha ripreso slancio e vigore. Con i barricadieri del Sessantotto e del Settantasette, che siedono ancora in cattedra, e le nuove generazioni attratte dalle lotte, che insanguinarono l'Italia tra gli anni Sessanta e gli Ottanta, non era poi tanto difficile da prevedere questo epilogo. L'ultimo caso arriva da Livorno, dove il collettivo "Scuola di carta" pretende di portare avanti un evento il prossimo 18 aprile con Tommaso Stella come relatore. E chi si lamenta del fatto che si tratti di un incontro politicizzato viene tacciato di essere un fascista.

Stella è uno skipper che nel 2019, sotto le insegne della Ong Mediterranea Saving Humans, con il veliero "Alex" forzò il blocco navale del Viminale portando la barca in porto con 40 migranti. Con un ospite di questo tipo e un evento dal titolo "Difendere i diritti umani e non i confini" è difficile non pensare a un incontro politicizzato a senso unico rivolto agli studenti. Eppure, il collettivo che l'ha organizzato è salito sulle barricate puntando il dito contro "Gioventù Nazionale" che ha reso noto l'evento e trincerandosi dietro il vittimismo da censura per un incontro che, a loro dire, offre "un'informazione che invece dagli studenti è stata fino a questo momento definita oggettiva e imparziale". L'ideologia dei giovanissimi è apprezzabile, meno lo sono i tentativi di infiocchettare un evento dichiaratamente "no border" già dal titolo, con relatore un esponente, o ex tale, di una Ong come un qualcosa di imparziale.

E ancora meno è difendibile, quando chi chiede lumi sull'evento, come l'onorevole Susanna Ceccardi e gli stessi esponenti di "Gioventù Nazionale" vengono tacciati di essere fascisti in gran scioltezza, senza remore. L'uso di questo appellativo per chi ha un pensiero diverso da parte dei giovanissimi non deve certe stupire, anche se fa riflettere, perché è quel che fa l'opposizione da anni nei confronti di chiunque non la pensi come loro su qualunque argomento. E non è certo una novità che i giovani siano degli emulatori. A sostenere il punto del collettivo di Livorno, per altro, proprio a ribadire che si tratta di un incontro oggettivo e imparziale, si è esposta l'associazione "No Cpr", che già dal nome espone il suo obiettivo. I suoi rappresentanti entrano spesso nelle scuole, invitati dai collettivi, per indottrinare i giovanissimi sulla lotta contro i centri di permanenza per i rimpatrio e contro i confini, organizzano incontri pro-immigrazione senza che vi sia alcun contraddittorio. Perché chi contraddice i megafoni di questa propaganda è un fascista e loro vogliono "fuori i fascisti" dai loro spazi. Con tanto di fascista ribaltato.

Ma non c'è solamente la propaganda pro-immigrazione e no-border nelle scuole. E non ci sono solo i collettivi a organizzarla. È storia recente, che risale appena a qualche mese fa, a ottobre 2023, che il Comune di Roma aveva intenzione di portare nelle scuole il progetto "Ti presento Andrea - Viaggio nella comunità Lgbtqia+", che aveva l'obiettivo di organizzare incontri con gli studenti di scuole e medie e superiori con le associazioni della galassia legata al mondo omosessuale. Nello specifico, erano state individuate tra le organizzazioni "Famiglie Arcobaleno, Genderlens, Rete Genitori Rainbow, Gaynet Roma, Plus Roma, Circolo di cultura omosessuale 'Mario Mieli' e Gay Center". Prendendo i singoli eventi che si organizzano nelle scuole, e guardando la situazione nel suo insieme, non sfugge che ci sia un'operazione propagandistica in corso che punta a portare nelle scuole, agli studenti più giovani e influenzabili, un certo tipo di linea di pensiero. E quel che è grave è che non siano mai previsti contraddittori o, semplicemente, incontri con chi ha un punto di vista alternativo.

Perché chi la pensa diversa diversamente viene tacciato di essere un reietto, un rifiuto e un "fascista", quindi non ha diritto di parola. Questo è il clima che si respira da qualche tempo a questa parte nelle scuole italiane.

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