Denuncia e minacce, ghetto di Soumahoro blindato: cos'è successo dopo il reportage del Giornale.it

Il coordinatore dell'associazione Anolf, che gestisce la foresteria di Torretta Antonacci, aggredito da Lega Braccianti e Usb dopo la nostra visita al ghetto. Costretto a lasciare Foggia

Denuncia e minacce, ghetto di Soumahoro blindato: cos'è successo dopo il reportage del Giornale.it

Ancora aggressioni a Torretta Antonacci, il ghetto pugliese "regno" di Aboubakar Soumahoro. Se sul fronte Latina, con l’inchiesta della Procura che vede ora la suocera del deputato indagata anche per truffa aggravata, le indagini vanno avanti e “sono a buon punto”, non si può dire la stessa cosa sul fronte meridionale.

Quella terra di nessuno, infatti, proprio dopo che IlGiornale.it è riuscito ad entrare e documentare quella realtà, raccogliendo testimonianze di chi lavora e vive lì, è stata teatro di un’aggressione nei confronti di chi ci aveva portato lì. A pagarne le conseguenze è stato Francesco Mirarchi, coordinatore dell’Associazione Anolf che, dopo aver vinto il bando regionale lo scorso agosto gestisce la foresteria del ghetto, dove sono presenti i container, e cioè le poche “abitazioni” in cui i braccianti possono vivere al caldo.

Il coordinatore - ci fanno sapere da Foggia - qualche giorno dopo l’uscita del nostro reportage (guarda il video), mentre si recava come ogni giorno a Torretta Antonacci per svolgere tutte le pratiche di aiuto nel rilascio di documenti e assistenza ai braccianti interessati, è stato fermato da un gruppo che non aveva gradito la nostra presenza nella "loro terra". Da lì l’aggressione, le intimidazione e le minacce. Gli uomini, che fanno riferimento a Lega Braccianti e Usb - come ci raccontano dal ghetto - hanno bloccato Mirarchi e lo hanno costretto a fargli vedere i video usciti sul nostro giornale, lo hanno accusato di aver fatto entrare giornalisti nel ghetto e lo hanno aggredito.

Mirarchi, proprio per questo motivo, è stato costretto a lasciare Foggia e allontanarsi per un po’ da quella realtà per evitare conseguenze spiacevole che già il gruppo di braccianti gli avevano annunciato. Da quel momento Torretta Antonacci è blindata, ci raccontano infatti - sia dall’associazione che alcuni colleghi - che al momento è impossibile entrare in quanto i “clan” che comandano non lo permettono. Questa è l’inevitabile conseguenza e dimostrazione della lotta per l’egemonia di quel posto dimenticato dai più, ma nel quale si sviluppano i principali e più pericolosi giri di affari sulla pelle dei braccianti. Dal caporalato alla prostituzione. E molto altro. "Abbiamo paura degli uomini di Usb e di Lega Braccianti. Hanno fatto del male a molte persone qui e chiedono soldi anche per un materasso o per dormire al caldo", ci racconta un abitante di Torretta Antonacci.

Lo scontro, che va avanti da anni, sarebbe infatti proprio tra i due capi clan: Aboubakar Soumahoro con il suo” esercito del ghetto” - come lo definiscono i migranti che vivono lì - e cioè gli uomini della

Lega Braccianti, e Francesco Caruso, dirigente Usb che gestisce il sindacato a Foggia ma soprattutto nel ghetto. "La lotta è sempre stata tra Lega Braccianti e Usb: Soumahoro contro Caruso", ci riferisce un altro lavoratore.

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