Numeri davvero sconfortanti secondo il rapporto Invalsi 2023 per ciò che riguarda il rendimento degli studenti italiani: dalla scuola primaria alle superiori si evince un forte indebolimento in tutte le discipline. Ad aggravare la situazione anche il divario evidente tra Nord e Sud: i dati emersi "fotografano una spaccatura del Paese e non possiamo più accettare che l'Italia sia divisa in due", ha spiegato il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nel corso della presentazione del Rapporto nazionale Invalsi 2023. Le prove quest’anno hanno coinvolto oltre 12mila scuole per un totale di oltre un 1.000.000 di allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 570.000 studenti della scuola secondaria di primo grado (classe III) e oltre 1.000.000 di studenti della scuola secondaria di secondo grado. Le Invalsi quest'anno si sono svolte su tutto il territorio nazionale sfiorando percentuali di partecipazione vicine al raggiungimento dell’intera popolazione studentesca.
Scuola primaria: il campanello d’allarme
Fino ad ora la scuola primaria è stata il fiore all’occhiello della scuola italiana, ma le cose stando a quanto emerso potrebbero cambiare; infatti, quest’anno è evidente una regressione in tutte le discipline e in entrambi i gradi protagonisti delle prove (II e V classe). In II elementare i risultati di italiano e di matematica sono più bassi di quelli del 2019 e del 2021 e in linea con quelli del 2022. In matematica 1 bambino su 3 non raggiunge le competenze di base nè in II nè in V. Problemi anche in inglese, sia nella lettura (il reading), che nell’ascolto, (il listening). I divari tra Nord e Sud sono già evidenti in II e si aggravano in V, soprattutto per ciò che riguarda la matematica e l’inglese listening. Per quanto riguarda le scuole medie, invece, si è fermato il calo registrato tra il 2019 e il 2021 in italiano e matematica anche se ancora non è forte l’inversione di tendenza. In miglioramento gli esiti di inglese, ma rimangono marcate le differenze tra Nord e sud.
L’evidente gap tra Nord e Sud alle superiori
Preoccupanti i dati per le scuole superiori: metà dei giovani maturandi non sono in grado di comprendere quel che leggono; solo il 51% raggiunge il livello base, con un divario tra Nord e Sud di 23 punti. Disastri anche in matematica dove soltanto il 50% degli studenti (invariato rispetto al 2022) raggiunge il livello base con un divario tra le aree fino a 31 punti. Proprio a questo proposito il ministro Vladitara ha riferito: "Emerge un elemento di forte preoccupazione: un'Italia spaccata in due, con i ragazzi del mezzogiorno pregiudicati nelle opportunità formative". In Inglese, invece, il 54% degli studenti raggiunge il B2 nella prova di reading (+2% rispetto al 2022) e il 41% in quella di listening (+3% sul 2022 e + 6% dal 2019). "È giusto dire che assistiamo a un effetto long Covid, si fatica a tornare ai livelli pre covid", ha spiegato il presidente di Invalsi Roberto Ricci, in quanto "gli apprendimenti sono un continuum, se si inseriscono discontinuità questo finisce per avere un peso".
La dispersione scolastica
Unica nota positiva il dato sulla dispersione scolastica implicita, nonché quella che vede gli studenti terminare gli studi senza le competenze di base necessarie, che si attesta all'8,7% (1 punto percentuale rispetto al 2022). Nel 2019 la dispersione si attestava al 7,5%, per salire al 9,8% nel 2021, a causa delle sospensioni delle lezioni in presenza.
"La stima dei dispersi, pari al 10,4%, è molto vicina al traguardo posto dal Pnrr che lo fissa al 10,2%; è presto per cantare vittoria ma è comunque una buona notizia", ha concluso il presidente Roberto Ricci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.