Si è spento all’età di 99 anni Antonio Pallante, attentatore di Palmiro Togliatti. Il decesso è avvenuto nel luglio scorso, nella sua casa di Catania, ma i familiari hanno fatto trapelare la notizia solo nella giornata con l'anno nuovo. Pallante è passato alla storia per il tentativo di uccidere il leader del Partito comunista italiano nel luglio del 1948. "Mio padre ci ha sempre detto che quel gesto lo ha fatto semplicemente perché da studente vedeva qualcosa che poteva essere una minaccia per la democrazia, intravedendo il legame tra Togliatti e l'Urss", le parole del figlio ai microfoni dell'Ansa.
La sparatoria avvenne nei pressi della Camera dei Deputati, nella Capitale. Appena uscito in compagnia di Nilde Iotti, Togliatti fu raggiunto da tre dei quattro colpi di pistola esplosi dal siciliano. Pallante agì da solo, partendo dalla sua Randazzo per fermare ciò che definì l’espansione del comunismo. Ex seminarista e poi componente membro della Gioventù Italiana del Littorio, non si è mai pentito del suo gesto, considerato come un’azione giusta per evitare il rischio falce e martello: "Ho pensato che fosse la cosa giusta da fare per salvare il Paese".
L’attentato di Pallante e il rischio guerra civile
Il tentato omicidio ai danni di Palmiro Togliatti ebbe importanti ripercussioni sul Paese. L’attentato arrivò dopo la vittoria della Democrazia Cristiana alle elezioni politiche del 1948 e rischiò di gettare l’Italia nella guerra civile, complici le forti manifestazioni di piazza. Ferito alla nuca e al torace, Togliatti rilasciò un’intervista dal Policlinico di Roma per tranquillizzare tutti i suoi seguaci. “Sono fuori pericolo”, il messaggio ai compagni, promettendo un pronto ritorno “al suo posto”. A fornire un contributo importante al ritorno alla serenità fu anche la quasi contemporanea vittoria di Gino Bartali di una tappa e poi del Tour de France.
Pallante fu processato per tentativo di omicidio fu condannato a 13 anni e 8 mesi di reclusione, pena poi ridotta a 10 anni
e 8 mesi in secondo grado. Con la Cassazione e un'amnistia, il siciliano scontò in tutto 5 anni e 3 mesi. Non interdetto dai pubblici uffici, una volta fuori dal carcere trovò lavoro alla Forestale e alla Regione Sicilia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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