La puzza di bruciato e la corsa al bus. Così la scolaresca è scampata all'esplosione di Suviana

Tre classi delle scuole medie si trovavano in visita alla centrale mezz'ora prima dell'esplosione: il forte odore di bruciato ha convinto i docenti ad anticipare di mezz'ora la partenza, evitando il momento dell'esplosione

La puzza di bruciato e la corsa al bus. Così la scolaresca è scampata all'esplosione di Suviana
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Martedì 8 aprile tre classi di una scuola media di Vignola in provincia di Modena, alle 15 sarebbero dovute essere all'interno della centrale idroelettrica di Suviana. Una visita di istruzione programmata già da mesi, fin da settembre, inserita nel piano scolastico per mostrare agli studenti il funzionamento di un impianto per la produzione di energia. Per altro, uno dei più importanti a livello nazionale. Destino ha voluto che la visita sia stata anticipata di circa mezz'ora e, quindi, che al momento dell'esplosione i giovanissimi alunni non si trovassero più all'interno dell'impianto.

Non appena uno dei docenti che li ha accompagnati ha percepito uno strano odore di bruciato ha accelerato le operazioni di risalita a bordo dell'autobus, che si è allontanato poco prima che si verificasse l'esplosione. Un anticipo di 30 minuti sulla tabella di marcia, che ha salvato la vita e non ha coinvolto dei giovanissimi in una tragedia immane. Gli studenti si sono resi conto che qualcosa era accaduto una volta giunti presso la Rocchetta Mattei, appena 10 minuti più a nord rispetto alla centrale. "Appena ho saputo dell’accaduto ho telefonato con il cuore in gola a un docente che stava accompagnando gli studenti. Ero terrorizzata mentre stavo chiamando, perché sapevo appunto che era prevista una visita alla centrale. Appena ho sentito il docente, ho tirato un sospiro di sollievo: i nostri studenti e i docenti erano tutti salvi", ha raccontato la dirigente scolastica, Brunella Maria Maugeri, al Resto del Carlino.

La presenza di circa 50-60 ragazzini e di 6 docenti avrebbe complicato ulteriormente il quadro già difficile all'interno della centrale e avrebbe anche potuto comportare potenzialmente più persone da soccorrere. Nell'impianto proseguono le operazioni di ricerca dei dispersi e, a un giorno dall'incidente, le speranze di ritrovare qualcuno vivo appaiono minime. L'acqua sta risalendo dal pozzo 9 all'8, che inizialmente era asciutto, complicando le operazioni dei vigili del fuoco.

Uno dei feriti, un 35enne, si trova attualmente ricoverato presso l'ospedale Sant'Orsola di Bologna per aver inalato i fumi sprigionati dall'incendio. Si chiama Jonathan Andrisano ed è in prognosi riservata, intubato e collegato ai macchinari per la respirazione meccanica. "Desta preoccupazione il quadro respiratorio.

Al momento ci troviamo in quadro di stabilità clinica, stiamo mantenendo una stabilità dei parametri del paziente", ha spiegato Tommaso Tonetti, direttore della terapia intensiva polivalente del S.Orsola, sottolineando che senza avere una conoscenza qualitativa dei fumi inalati non siano in grado "di fare previsioni. La prognosi è riservata, lo valutiamo ora per ora".

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