Rdc e casa popolare, ma in garage la famiglia di Treviso aveva un Bmw M3

Scoperti gli ennesimi furbetti del reddito grillino. Con la vettura il convivente della donna, un rom di 26 anni, aveva investito mortalmente due donne

Rdc e casa popolare, ma in garage la famiglia di Treviso aveva un Bmw M3
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Assumono ancora più forza gli interventi del governo contro il reddito di cittadinanza dopo l'ennesima scoperta di un furbetto che approfittava del sussidio statale. Nonostante le proteste vuote della sinistra e del Movimento 5 stelle, le evidenze dimostrano che la decisione del governo di bloccare l'erogazione a pioggia dei sussidi era indispensabile per la salute delle casse dello Stato, per il mercato del lavoro e per gli stessi percettori.

L'ultimo caso scoperto dalla Guardia di finanza riguarda un nucleo familiare di Treviso, residente in un alloggio popolare assegnato in emergenza abitativa a fronte di un canone mensile inferiore ai 100 euro, che percepiva il reddito di cittadinanza pur avendo acquistato un'auto di grossa cilindrata che non era stata segnalata al Comune. L'auto, una Bmw M3 Coupè, quindi serie sportiva della casa tedesca, risulta essere intestata al convivente della donna, che è la titolare del contratto di locazione dell'alloggio e che per questo motivo è stata segnalata alla procura della Repubblica di Treviso per falsità ideologica in atto pubblico.

Infatti, per avere accesso alla casa che era stata messa a disposizione per le famiglie in emergenza abitativa, la donna aveva dovuto compilare una dichiarazione sostitutiva unica. Ma in questa non era stata indicata la proprietà da parte del convivente, un 26enne rom, di una vettura di lusso. Per altro, dalle indagini è anche emerso che quella vettura, appena un anno fa, causò il tragico incidente avvenuto a Preganziol, in zona Terraglio, costato la vita a due donne a bordo di un'utilitaria. Per quell'incidente, l'umo alla guida della vettura ha recentemente patteggiato una pena detentiva di 3 anni e 4 mesi.

L'incidente è occorso a marzo mentre l'auto venne acquistata a gennaio 2022 e, come è emerso dalle indagini effettuate dagli inquirenti, la conclusione della transazione di vendita è avvenuta con un bonifico disposto da un conto corrente bancario intestato proprio all'assegnataria dell'abitazione di edilizia residenziale pubblica. E considerando che alla data d'acquisto della vettura la donna era anche percettrice di reddito di cittadinanza, e che l'importo versato per acquistare la Bmw superava i limiti di patrimonio di cui può essere possessore il nucleo familiare del percettore, è scattata anche la segnalazione per indebita percezione.

Il tribunale ha condannato la donna a una pena di 9 mesi di reclusione, poi commutata in una multa da oltre 20mila euro e nel frattempo l'Inps di Treviso ha revocato l'erogazione del reddito di cittadinanza, chiedendo la restituzione delle somme indebitamente percepite.

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