
Mancano poche ore ai cinquant’anni dalla brutale aggressione di alcuni compagni di Avanguardia operaia nei confronti di Sergio Ramelli, deceduto il 29 aprile del 1975 per le conseguenze di quel pestaggio. Purtroppo il ricordo di quella tragica morte viene ancora una volta sfregiato dall’odio rosso, l’ultimo episodio è stato registrato a Milano, la città di Ramelli, per la precisione nella libreria Feltrinelli in Stazione Centrale.
Come documentato dallo scrittore Giuseppe Culicchia, autore di “Uccidere un fascista. Sergio Ramelli, una vita spezzata dall’odio”, una copia del suo libro è stata capovolta in modo da mettere a testa in giù il giovane Ramelli. È grande la rabbia di Culicchia: "Ci sono persone che dovrebbero vergognarsi di stare al mondo. Ma non sanno cos’è, la vergogna. Pasolini scrisse che si trattava dì razzismo: non sbagliava. Per quanto vi crediate assolti, sarete per sempre coinvolti”.
Purtroppo non si tratta dell’unico sfregio vergognoso alla memoria di Ramelli. A gennaio un gruppo di ignoti imbrattò il murales di via Paladini dedicato al ventenne del Fronte della Gioventù, con tanto di ingiuria scritta con lo spray rosso: “Fasci appesi”. Pochi giorni fa, invece, a Brugherio la sinistra è insorta contro la giunta rea di volere una via dedicata al ragazzo massacrato in nome dell’odio politico. “Un’operazione di bieco revisionismo” la sparata di Anpi, Potere al popolo e Rifondazione comunista.
Il timore è legato comprensibilmente a possibili nuovi atti vandalici, soprattutto nella giornata di domani. Intervistato da Hoara Borselli, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha ricordato: "Purtroppo non era un fatto così raro. Succedeva con una certa frequenza che un ragazzo di destra venisse aspettato sotto casa e 'sprangato'".
La condanna dei responsabili dell'aggressione mortale a Ramelli arrivò dieci anni più tardi, in primo grado i responsabili furono condannati per omicidio preterintenzionale, solo al termine dei tre gradi gi giudizio l'accusa fu modificata in omicidio volontario e i responsabili furono condannati. "Al processo dissi che non volevamo una pena" ha aggiunto La Russa: "Ma una condanna per omicidio volontario".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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