Il traffico nell'Agropontino costa 16mila euro a migrante

Mori, responsabile immigrazione di FdI a Roma: «I falsi contratti sono un danno alla collettività»

Il traffico nell'Agropontino costa 16mila euro a migrante
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«Gestire una pratica di ‘flusso’ per i bengalesi può valere 16mila euro a persona».

A rivelarlo è Giorgio Mori, responsabile immigrazione di FdI a Roma e avvocato immigrazionista che lavora in particolare con la comunità bengalese.
Sono loro gli immigrati del «neo-proletariato» che lavorano nei campi dell’agro pontino e che arrivano in Italia attraverso il metodo hawala, la finanza islamica, orientale e incontrollata. In Bangladesh, infatti, ci sono persone che vantano un determinato credito con bengalesi che vivono in Italia e con cui fanno questo tipo transazioni.

Tutto ha inizio con dei mediatori, ossia bengalesi che cercano nel nostro Paese datori di lavoro con aziende abbastanza grandi per poter presentare un certo quantitativo di domande per il Decreto Flussi.

«Dopo questa prima fase il migrante sborsa un anticipo di 1000/5000 euro, mentre il saldo viene consegnato eventualmente al rilascio del nulla osta oppure alla posizione del visto sul passaporto dello straniero a Dacca», spiega l’avvocato Mori. Che aggiunge: «Per il click-Day è il mediatore che eroga la somma al potenziale datore di lavoro che poi recupera attraverso un passaggio di compensazioni». Poi, c’è un’altra somma di denaro «che – dice l’avvocato immigrazionista - viene data successivamente al momento del rilascio del nulla osta che, se la pratica è in regola, viene inoltrato direttamente dallo sportello

Unico della prefettura direttamente all'ambasciata». I bengalesi arrivano regolarmente in Italia grazie al visto, ma poi diventano irregolari perché le assunzioni non partono in quanto il loro datore di lavoro sparisce o si rifiuta di assumerlo.

«Questo è un

grave danno per la collettività perché si genera immigrazione irregolare che si trasforma in disoccupati oppure in migranti che lavorano solo tramite il caporalato e che, con i loro casi, intasano i tribunali», conclude Mori.

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