
L’eccidio di Schio è ancora una ferita aperta, nonostante siano passati ormai ottant’anni da quel massacro. Cinquantaquattro persone, sbrigativamente etichettate come fascisti, furono uccise in una sola notte. Urla, disperazione. E sangue. Tanto sangue, fino a scivolare sulle scale. Poi, nel 2005, il “Patto di Concordia Civica”, sottoscritto dal Comune, dai familiari delle vittime e dall’Anpi con l’obiettivo di onorare la memoria di tutti, compresa quella dei vinti, e di pacificare il ricordo di quella tragedia. Così però non è. Anche perché c’è chi continua a soffiare sul fuoco.
L’amministrazione di Schio, infatti ha deciso di concedere nuovamente il patrocinio a Ugo De Grandis per una iniziativa che si terrà il prossimo 11 maggio sulla figura di Bruno Brandellero, partigiano e medaglia d’oro al valor militare. Un evento che si aggiunge ad un altro, previsto per il prossimo 29 aprile alla presenza delle scuole, e, molto probabilmente, anche ad uno sull’eccidio di Schio (almeno secondo quanto si mormora in città).
Ora, basterebbe andare a dare un’occhiata ai social di questo appassionato di storia per rendersi conto dell’inopportunità di questa scelta. In un post social, per esempio, De Grandis scriveva a proposito dell’eccidio di Schio: “Massa pochi”, troppi pochi. Cinquantaquattro vite spezzate non sono nulla, del resto. Era, quello, l’antipasto di ciò che sarebbe venuto trent’anni dopo, con gli Anni di Piombo, quando uccidere un fascista non era reato. O come pare si voglia fare ancora. È lo stesso De Grandis a scrivere, sempre sui social, “saprei cosa fare alle destre”, insieme alla foto di Igino Piva, uno degli ideatori del massacro di Schio. I suoi contatti approvano la proposta - “mi pare un po’ difficile da realizzare però sono d’accordo” -, e lui rilancia: “È l’unico modo certo”. In un altro post in cui si dice “basta minacce, è ora d’agire” è sempre lo “storico” ad approvare con un like. Come denuncia Alex Cioni, capogruppo di Fdi in comune, “è inaccettabile che l’Amministrazione comunale di Schio continui a concedere legittimità istituzionale a chi ha fatto apologia dell’eccidio del luglio ’45, arrivando ad augurare la morte agli esponenti della destra odierna. Ugo De Grandis non è uno storico, ma un militante di formazione comunista che ha usato i social per diffondere odio politico. Eppure, oggi viene chiamato a parlare nelle scuole e nei convegni con il sostegno del Comune. A distanza di 80 anni, non si può continuare ad affrontare la storia con parole e toni come se la guerra civile non fosse mai finita. È tempo di lavorare per la concordia e la pacificazione, nel rispetto delle memorie di ognuno. Fratelli d’Italia non ci sta. E noi continueremo a denunciare senza mezzi termini questa manipolazione ideologica e faziosa della storia, da qualsiasi parte provenga”
Perché alla fine una certa sinistra è ancora ferma alla guerra civile. Quando i fratelli si ammazzavano, da una parte e dall’altra, in nome di ideologie ormai defunte. Ma che qualcuno vuol rispolverare, insieme alle minacce di morte.
Del resto, i fascisti (veri o presunti) uccisi sono sempre “massa pochi”. Troppo pochi. E il Comune di Schio non solo tace di fronte a questa violenza verbale, ma anzi sponsorizza chi, al posto di pacificare, soffia sul fuoco. E augura la morte altrui.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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