'Ndrangheta, condannati per corruzione due carabinieri

Pene di un anno e 8 mesi di reclusione per due militari della stazione di Rho: avrebbero venduto informazioni sulle indagini in corso a due affiliati delle cosche

Si è concluso con due condanne a un anno e 8 mesi di reclusione e la trasmissione degli atti in procura per un terzo imputato il procedimento davanti al gup Simone Luerti a carico di tre carabinieri arrestati lo scorso 13 luglio nell'ambito del maxi blitz che, con l'esecuzione di circa 300 ordinanze di custodia cautelare in Lombardia e a Reggio Calabria, ha inferto un duro colpo alla 'ndrangheta. Si tratta di tre militari della stazione di Rho accusati a vario titolo di corruzione, favoreggiamento e falso, la cui posizione era stata stralciata dagli altri 180 imputati circa del fascicolo milanese per i quali è stato emesso decreto di giudizio immediato, perché i giudici del Riesame avevano bocciato l'aggravante dell'agevolazione mafiosa inizialmente contestata. Tutti e tre hanno poi chiesto il giudizio abbreviato che si è concluso oggi. Luerti ha condannato l'appuntato Vincenzo Fiscarelli e il brigadiere capo Francesco Policano per corruzione e favoreggiamento. Nei loro confronti la procura aveva chiesto 3 anni di carcere. Invece per quanto riguarda il brigadiere Francesco Venuto, per il quale erano stati chiesti 2 anni e 8 mesi, il gup ha disposto l'assoluzione dall'accusa di aver redatto un falso verbale di sopralluogo e trasmesso il fascicolo alla procura per quanto riguarda l'accusa di corruzione perché la descrizione del reato a suo avviso è diversa in fatto e in diritto da quanto narrato nel capo di imputazione, che va dunque riformulato. Le motivazioni saranno depositate tra sessanta giorni. Secondo le accuse del pool di pm guidato dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini, i carabinieri avrebbero preso soldi per fornire notizie riservate sulle indagini in corso a due presunti affiliati della locale di Rho, Antonio Spinelli e Gaetano Bandiera.

Nell'ipotesi di reato formulata in occasione dell'arresto si leggeva che in particolare avrebbero fornito notizie relative all'«arrivo delle forze di polizia dopo il furto di un furgone 190 dotato di antifurto satellitare, rinvenuto a Lainate; la presenza di eventuali telecamere in luoghi dove saranno perpetrati furti; la futura emissione di ordinanze cautelari; indagini in corso nei confronti di Spinelli Antonio e il futuro arresto di quest'ultimo; il contenuto di una denuncia presentata da Bandiera Gaetano, a cui era stata incendiata la macchina».

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