Nei versi del ministro Bondi, Puny diventa poesia

Mancava solo questa al mitico Puny, re di Portofino: che il ministro dei beni culturali, Sandro Bondi gli dedicasse alcuni dei suoi, ormai, celebri versi sulle pagine patinate di «Vanity Fair».
Ecco la presentazione ai versi: «Puny è il proprietario di un celebre ristorante, ma è soprattutto una persona gentile, un sovrano, il sovrano di Portofino, che balla con leggiadria e gentilezza fra i tavoli del suo ristorante».
Stante ciò, ecco i versi del ministro: «Cortese fierezza / Sovrana gentilezza / Servizievole orgoglio / Danzatore reale».
Non si sa per quale ragione Bondi abbia voluto dedicare a lui questi versi, né se sia andato nel suo locale ad apprezzare la pasta con le acciughe o i moscardini al forno o le linguine al pesto. Certo «quel ballo leggiadro fra i tavoli» fa pensare che una capatina nel più celebre «santuario» gastronomico d’Italia, l’abbia fatta.
Puny, al secolo Luigi Miroli, uscito da un momento non facile (è stato ad Insbruck per un delicato, ma riuscitissimo intervento) pare sia rimasto folgorato da questo riconoscimento poetico: mai alcuno (nemmeno grandi attrici o grandi poeti o nobildonne del passato, sue tradizionali clienti) gli aveva dedicato dei versi così belli e forti.
Tornato più pimpante che mai (con i suoi 75 e... passa anni) Puny continua ad offrire piatti squisiti e, come ha ricordato una cronista di gossip, continua ad essere «adorabile con gli amici, solidale coi concorrenti, lunatico quanto basta per farne un personaggio leggendario...».
I suoi tavoli che danno sulla piazzetta sono sempre richiestissimi: non è propriamente un ristorante il suo, ma un «teatro», dove la prima fila costituisce un obiettivo difficile da raggiungere. Un tavolo fisso, dicono i suoi biografi, lo ha soltanto Tronchetti Provera con la sua Afef pare titolari di un tavolo «central-sinistra» non troppo visibile, ma nemmeno nascosto. Non parliamo poi se arriva Silvio o Silvietto Berlusconi (di cui Puny è quasi più innamorato di Emilio Fede).

Di lui e con lui ha un cassetto pieno di fotografie, che tiene gelosamente custodite e guai se qualcuno gli chiede di visionarle: un cassetto misterioso e preziosissimo. Del resto la storia di Puny, il «sovrano», come lo ha definito il ministro Bondi, è la storia di Portofino .

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