Nel buio del dolore si accende una luce. Uno studio internazionale multicentrico - pubblicato recentemente sulla rivista scientifica «Pain» - ha dimostrato che la stimolazione elettrica del midollo spinale ottiene maggiori benefici della terapia farmacologica (di cui comunque si conferma l'utilità). Lo studio di cui parliamo, chiamato «Process», è stato condotto in Italia ed in altri sette Paesi, per la durata di sei mesi.
Il professor Mario Meglio, direttore dell'unità di neurologia funzionale e spinale del Policlinico Universitario Agostino Gemelli, è uno dei ricercatori italiani che hanno partecipato alla ricerca. Spiega che la stimolazione elettrica del midollo spinale si esegue «posizionando un elettrodo, attraverso un ago, nella colonna vertebrale del paziente». L'intervento va fatto in sala operatoria, previa anestesia locale e sotto controllo radiologico. «Dopo l'impianto dell'elettrodo - dice - si controllano le reazioni del malato e si procede all'impianto dello stimolatore solo se si ha la prova che il dolore è diminuito almeno del 50 per cento. Questo stimolatore, di piccole dimensioni , somiglia al pace-maker cardiaco». Lo studio Process è il primo che si avvale di un progetto controllato, randomizzato, multicentrico, per valutare il risultati della stimolazione elettrica in pazienti affetti da dolori cronici alla schiena o alle gambe, dolori che - non curati o curati male - possono dare disabilità. Secondo il professore Meglio questa nuova terapia (che è «un punto di riferimento certo per il confronto scientifico dei risultati») non esclude ma integra efficacemente il trattamento convenzionale. Per tornare allo studio Process, ecco i primi risultati: dopo sei mesi, il 48% dei pazienti sottoposti alla nuova terapia ha riportato un netto miglioramento del dolore alle gambe in misura superiore al 50%. Invece i pazienti sottoposti alla terapia convenzionale hanno ottenuto miglioramenti solo in 9 casi su 100. In Italia sono più di 10 milioni coloro che soffrono di dolore cronico, con lievi differenze tra le varie regioni: c'è un picco (32%) nel Nord e un valore ridotto (21%) nel Sud. La categoria professionale più colpita è quella delle casalinghe. Spesso la diagnosi è imprecisa o tardiva. Gli specialisti che hanno condotto lo studio Process raccomandano ai medici di famiglia un controllo attento dei pazienti che, superata la soglia dei cinquant'anni, denunziano dolori ricorrenti alla schiena e alle gambe. Il neurostimolatore ideale (che arriverà in Italia tra pochi giorni dopo una lunga sperimentazione negli Stati Uniti) dispone di 16 elettrodi e di un «telecomando» che permette al paziente di misurare la riduzione del dolore e di ricaricarlo.
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