Newcastle vieta i vezzeggiativi «Possono offendere le donne»

L’uso di «tesoro», «dolcezza», «bambolina» proibito ai dipendenti pubblici della città

Erica Orsini

da Londra

Dialetto del Nord addio, puoi essere troppo offensivo. E sessista, volgare, irrispettoso. Perfino quando vuoi essere soltanto un po’ affettuoso. È questo che sembra pensare l’amministrazione comunale di Newcastle, città situata nell’Inghilterra settentrionale. Nei giorni scorsi ha infatti deciso di insegnare ai suoi dipendenti a non rivolgersi più alle signore con termini di antica origine gergale che potrebbero risultare offensivi. Niente più pet dunque o hinny, variante dialettale di honey, ma neppure sweetie o darling, perfino l’arcinoto dear viene inserito nella lista dei vezzegiativi da evitare. E pensare che tutti quanti non costituiscono altro che le infinite sfumature di quel «tesoro», termine che accompagna immancabilmente l’intercalare delle conversazioni di coppia così mirabilmente immortalate nelle commedie inglesi. In Gran Bretagna sostantivi zuccherosi come «dolcezza» sono parte integrante del paesaggio, così come la torre di Londra o il parco di Richmond. E se è vero che ad usarli sono soprattutto i rappresentanti di una certa classe sociale riesce difficile immaginare la lingua nazionale priva di queste affettuosità gergali. Sicuramente insolite in bocca agli adolescenti, risultano perfettamente appropriate per le signore in età che vendono la merce usata nei negozi di beneficenza dell’Oxfam. È evidente che la giunta comunale di Newcastle la pensa in maniera diversa se ha ritenuto opportuno dare delle direttive in materia.
Accusate immediatamente di voler distruggere la cultura locale, le autorità liberaldemocratiche che controllano la maggioranza del consiglio cittadino sono già sotto pressione. E forse potrebbero dover ritornare sui propri passi per evitare una rivolta popolare. «Il nostro intento è aiutare i dipendenti a trattare la gente con dignità e rispetto - ha spiegato pazientemente un portavoce dell’amministrazione - e a non usare certe forme colloquiali che alla fine potrebbero trasformarsi in un’offesa». Per la maggior parte dei dipendenti però le istruzioni impartite sono soltanto una massa di sciocchezze. «Non possiamo rivolgerci alle donne praticamente con nessun diminutivo usuale e adesso siamo terrorizzati di parlare con gli utenti - ha spiegato un impiegato - eppure si tratta di parole di uso comune, io sono cresciuto sentendole quotidianamente nella mia famiglia».

«Non riesco a credere che termini come questi possano offendere qualcuno - ha commentato seccamente Martin Callanan, rappresentante locale dei conservatori - L’amministrazione cittadina dovrebbe occuparsi di cose più importanti piuttosto che del gergo amichevole usato dai suoi dipendenti».

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