La nomina

Il Papa ha scelto ieri il suo «ministro» per una delle riforme più importanti e cruciali, quella del clero. L’arcivescovo Mauro Piacenza, attuale segretario - cioè numero due - della Congregazione del clero, è stato infatti designato quale nuovo prefetto, al posto del cardinale brasiliano Claudio Hummes, le cui dimissioni sono state accettate per raggiunti limiti d’età.
Piacenza è stato l’animatore dell’Anno sacerdotale conclusosi lo scorso giugno, un anno dedicato ai preti che ha coinciso con la fase più acuta degli scandali provocati dagli abusi sui minori da parte di sacerdoti e religiosi. Anche se a trattare direttamente questi casi, dal 2001, è l’ex Sant’Uffizio, il dicastero del clero è coinvolto nella formazione permanente dei sacerdoti ed è il dicastero a cui fare riferimento per tutte le questioni che attengono ai problemi nei rapporti tra clero e vescovi. «Dei delitti più gravi si occupa la Congregazione per la Dottrina della Fede - ha detto riferendosi ai casi di pedofilia il nuovo Prefetto, intervistato dall’agenzia Zenit subito dopo la nomina - È certamente necessario e doveroso, tuttavia, porre in essere tutti quegli strumenti che prevengano ed impediscano l’accadere di simili fatti.
Primo tra tutti la formazione, iniziale e permanente, sulla quale continuamente è necessario vigilare perché non si devono formare dei «funzionari di Dio», bensì degli «altri Cristi»: un buon pastore, che, vivendo totalmente di Dio e per Dio, offra la vita per il suo gregge, edificandolo nell’amore autentico».
Nato a Genova nel 1944, ordinato nel dicembre 1969, Piacenza è stato vicario parrocchiale, delegato arcivescovile per l’università, docente di diritto canonico, di cultura contemporanea e di storia dell’ateismo, giudice presso il tribunale ecclesiastico diocesano e regionale ligure. Da vent’anni lavora nella Curia romana: chiamato alla Congregazione del clero nel 1997, ne è divenuto capo ufficio e quindi nel 2000, sottosegretario. Tre anni dopo Papa Wojtyla lo ha nominato vescovo e presidente della Pontificia commissione per i beni culturali della Chiesa. Infine, nel 2007, il nuovo Papa Benedetto, gli ha chiesto di tornare al dicastero del clero come numero due, affiancandolo al Prefetto Hummes. Il nuovo «ministro» del Papa è un uomo affabile ma franco, instancabile lavoratore (in questi anni nel dicastero i tempi di attesa per la risposta a una pratica si sono drasticamente ridotti), diventato in questi anni un collaboratore prezioso per i suoi superiori.
Dopo l'annuncio di ieri, Piacenza è automaticamente candidato alla porpora cardinalizia, ricoprendo un incarico che prevede la berretta rossa. Prima della fine del mese Benedetto XVI dovrebbe annunciare il concistoro per la nomina dei nuovi cardinali, che si terrà per la festa di Cristo Re, il prossimo novembre. Ieri il Papa ha anche accettato le dimissioni del cardinale tedesco Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio «Cor Unum» e ha designato al suo posto l’arcivescovo africano Robert Sarah, attuale segretario di Propaganda fide.


Si attende infine a giorni la nomina del nuovo arcivescovo di Torino: salvo sorprese dell’ultima ora (che in questo caso non sono da escludere) la scelta sembra caduta, dopo un iter alquanto travagliato, sul vescovo di Vicenza Cesare Nosiglia, già collaboratore del cardinale Ruini come vicegerente di Roma, candidato dal presidente della Cei Angelo Bagnasco e dal patriarca di Venezia Angelo Scola.

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