Gian Piero Scevola
Massimo Moratti si pente di avere preso lInter. La sorprendente rivelazione la fa lo stesso patron nerazzurro in unintervista rilasciata a Novastadio, accompagnando la moglie Milly a una trasmissione televisiva di Telenova dedicata alle elezioni comunali di Milano. Alla domanda su quale decisione non prenderebbe più tra le tante prese nei suoi 11 anni di Inter, Moratti ha una risposta sorprendente: «La prima, forse... e poi tutte le altre sono conseguenti. Alcune volte ti accorgi poi col tempo che puoi avere sbagliato, ma se quella decisione la prendi vuol dire che in quel momento ci sono delle condizioni che ti obbligano a prendere quel tipo di decisione. Non sono comunque pentito di avere preso lInter perché, come avventura di vita e come piacere di avere questo tipo di responsabilità, certamente questo piacere cè. Però siccome i risultati sono pochi, questo non so se fa piacere agli altri. Se questo tipo di matrimonio non cè, ti mette in condizione di pensare che potevi fare a meno di farlo».
Un Moratti in vena di outing, insomma, ma senza pentimenti, nemmeno quello di non aver preso Cassano pochi giorni fa. Il patron infatti risponde anche a Mancini che, nei giorni scorsi, si era fortemente battuto per avere il barese nellInter: «Non volevo turbare larmonia del gruppo a metà campionato, prendendo Cassano. La squadra ha dimostrato di essere un gruppo unito, non volevo rompere questa armonia. Oltre al fatto che bisognava considerare laspetto economico delloperazione in questo momento contingente».
Linfortunio di Recoba e lavanti-indietro di Martins in coppa dAfrica che non potrà continuare in eterno (oltre al mancato arrivo di Obinna precettato dalla Nigeria), costringeranno comunque lInter a rinforzarsi nel mercato di gennaio e linteresse per il quasi 21enne bulgaro della Fiorentina, Valeri Bojinov è ormai un fatto primario. «Uno scambio Toldo-Bojinov potrebbe essere una cosa di buon senso», continua Moratti. «La Fiorentina ha bisogno di un portiere dopo linfortunio di Frey e noi invece di un attaccante. In ogni caso di questo si occupano i nostri addetti di mercato».
La trattativa tra il ds viola Pantaleo Corvino (lo scopritore di Bojinov) e quello nerazzurro, Marco Branca, è molto ben avviata, in particolare dopo che la Fiorentina ha rifiutato il laziale Matteo Sereni perché costava troppo. LInter vorrebbe procedere a uno scambio di prestiti alla pari tra Toldo e Bojinov, mentre Corvino è per la cessione definitiva del bulgaro, qualora lInter lo aiutasse a prendere Esposito dal Cagliari e offrisse in prestito anche uno tra Materazzi, Pizarro e Cristiano Zanetti. Sulla bilancia anche lelevato ingaggio di Toldo, 3,5 milioni annui (contro un milione di Bojinov), che la Fiorentina vorrebbe restassero a carico dellInter. Ma per laccordo è solo questione di giorni.
Intanto Mancini sta ritrovando la calma dopo la sfuriata fatta alla squadra negli spogliatoi del Meazza al termine della gara di coppa Italia col Parma. I giocatori sono stati messi spalle al muro e rimessi di fronte alle proprie responsabilità ieri mattina prima dellallenamento. Mancini sè tolto il guanto di velluto per usare il pugno di ferro e laperitivo laveva offerto quando nei minuti di recupero, dopo lennesima cattiva giocata di Solari, aveva con stizza calciato lontano il pallone sbagliato dallargentino. Poi, tra le quattro mura di San Siro, sè sfogato, alzando la voce e battendo i pugni sul tavolo, spiegando a ciascun giocatore gli errori commessi (il solo Toldo è uscito indenne dalla sfuriata), ma soprattutto evidenziando a tutti come la «concentrazione e la determinazione» debbano restare tali anche in una partita inutile in uno stadio gelido e vuoto.
Impietriti i giocatori davanti a un simile sfogo e addirittura scioccati quando Mancini ieri mattina, prima dellallenamento, è ritornato sullargomento: stessi argomenti, stessa virulenza, stesso jaccuse, senza che nessuno, né prima né dopo, abbia avuto la forza (ma neppure gli argomenti) per replicare. Lha presa davvero male il Mancio la sofferta qualificazione in coppa Italia, aiutata da un arbitro inadeguato e timoroso di nuocere a una grande, così come lha presa male il presidente Giacinto Facchetti che, dopo la partita, ha velatamente criticato il troppo parlare del tecnico nei giorni precedenti, con laccesa polemica col dg juventino Luciano Moggi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.