Venti volumi, 20.267 pagine di documenti. Decine di nomi sbattuti in prima pagina, spesso senza nemmeno essere sfiorati da un’accusa. E senza uno straccio di prova. Grande protagonista dell’inchiesta sugli appalti per le grandi opere è il capo della Protezione civile Bertolaso. Non è vero che sia stato corrotto, che abbia intrattenuto rapporti hard al Salaria Sport Village, e nemmeno che rischi una condanna per la gestione dell’emergenza rifiuti in Campania. Ma soprattutto, non è vero che la sinistra sia estranea alla vicenda. Tutt’altro. Così "il Giornale" smaschera le 10 balle sull’inchiesta.
Non è vero ma ci credo. È lo sport nazionale (dopo quello di dissertare sulle formazioni delle squadre di calcio, intendiamoci) condannare subito e senza appello chi viene fatto sprofondare nel fango (ogni riferimento a Guido Bertolaso è puramente voluto) dalle parole smozzicate, dalle risatine, dalle promesse ma anche delle conoscenze millantate, che gli intercettatori d’Italia puntualmente registrano e consegnano, come un pacco regalo, al magistrato di turno. Per questo noi scegliamo di procedere una volta di più controcorrente, sulla strada opposta, quella cioè del non è vero perché non è vero. Punto e basta. Con una serie di quesiti che trovano risposte adeguate già da quanto è emerso fino a oggi.
1) Non è vero che Bertolaso sia stato corrotto
Non esistono riscontri certi, diretti o indiretti, del passaggio di denaro fra l’imprenditore Diego Anemone e Guido Bertolaso. Non si è trovata traccia di un solo euro dei 50mila di cui Anemone per conto suo, prima di incontrare Bertolaso, parla al telefono in una conversazione con un amico sacerdote. Così come nemmeno un centesimo dei diecimila euro che, alla fine, Anemone riesce a recuperare, è mai finito nelle tasche del sottosegretario. Come se non bastasse non vi è nemmeno certezza che l’incontro fra i due, quello cioè in cui avrebbe dovuto avvenire la consegna della tangente fantasma, ci sia, effettivamente, stato. Dato che i carabinieri, pur pedinando gli indagati, non sono riusciti a dimostrarlo.
2) Non è vero che Bertolaso sia il centro dell’inchiesta
La posizione del capo della Protezione civile nell’inchiesta è quantomeno anomala. Il sottosegretario, secondo l’ordinanza, è potenzialmente «corrotto in concorso», eppure, mentre i suoi «concorrenti» sono stati arrestati, lui non è stato colpito nemmeno dalla misura dei domiciliari ma è soltanto indagato. Una contraddizione giudiziaria che spiega l’abbondante uso del condizionale fra le carte del gip. D’altra parte, lo stesso Bertolaso trova la forza di ironizzare sulla sua presunta corruzione: «Pensare che si possa imbonire o addirittura comprare uno come me che ha dovuto affrontare lavori per centinaia di milioni di euro è perfino umiliante».
3) Non è vero che Bertolaso abbia ricevuto prestazioni sessuali in cambio di favori
Francesca, 42 anni, la donna travolta dalle intercettazioni, lavora effettivamente al Salaria Sport Village ma è una vera fisioterapista diplomata e specializzata, a pieni voti, in questa professione. «Il dottor Bertolaso - ha dichiarato la donna a giornalisti e investigatori - soffre da tempo per una contrazione delle vertebre della colonna ed è afflitto anche dalla cervicale. Per questo chiedeva esplicitamente me per dei massaggi decontratturanti».
4) Non è vero che Bertolaso abbia partecipato a orge o «festini hard»
Regina Profeta ex soubrette tv e ora responsabile degli eventi al Salaria Sport Village scagiona Bertolaso: «È vittima di una montatura - ha dichiarato - io procuro solo modelle professioniste brasiliane e cubane per gli eventi del venerdì. Non ho mai visto prostitute né cose strane al Centro ma solo feste». In più la «cosa megagalattica» intercettata così come «la serata con frutta e champagne e tre ragazze» che Anemone avrebbe organizzato per Bertolaso e che, secondo il giudice, sarebbe stata un’orgia, non si è mai svolta perché Bertolaso, impegnato altrove, telefonò per disdire la sua partecipazione.
5) Non è vero che Bertolaso abbia avuto rapporti sessuali con la escort Monica
Anche un altro appuntamento di Bertolaso al Salaria Sport Village, l’unico con Monica, la donna brasiliana che il gip definisce «verosimilmente una prostituta» è già stato ampiamente smentito dalla stessa Monica. La donna fa sapere dal Brasile, dove è tornata a novembre, che si recò al centro contattata da una persona che «sa che lavoro seriamente». E aggiunge che quella con Bertolaso fu «una serata normalissima». Nega di essersi presentata in costume da bagno, di aver bevuto champagne o alcunché e ribadisce di aver «fatto esclusivamente il suo lavoro, e cioè un massaggio». «Quando tornerò - aggiunge - cercherò di tutelare i miei diritti, perché io ho una privacy, ho un lavoro e queste cose che hanno inventato su di me sono un bel danno per la mia vita privata e professionale».
6) Non è vero che Bertolaso fosse un cliente speciale al Salaria Sport Village
In una telefonata registrata, del febbraio 2009, il capo della Protezione civile chiede ad Anemone di fargli trovare pronta la documentazione per la sottoscrizione e il pagamento, che farà di tasca propria, dell’abbonamento al centro, esattamente come era stato nel 2008, quando il sottosegretario ha versato 1450 euro per l’abbonamento platino. Quanto alle prestazioni di Francesca, Guido Bertolaso ha ricevuto sempre regolare fattura per tutte e dodici le sedute di fisioterapia cui si è sottoposto.
7) Non è vero che l’inchiesta sugli appalti delle Protezione civile riguardi solo il centrodestra
Angelo Balducci, direttore del Dipartimento per lo Sviluppo, ha sempre lavorato con il consenso di praticamente tutto l’arco parlamentare. Si può ben definire una sorta di «Signor grandi eventi» che ben tre governi hanno voluto e mantenuto in posizione di supervisione. Ha infatti lavorato con Prodi e Rutelli. Già uomo di fiducia di Antonio Di Pietro, durante la sua permanenza al ministero delle Infrastrutture, Balducci è diventato addirittura in tempi recenti presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, ovvero la massima autorità in Italia. Si è occupato del Giubileo del 2000, del Teatro Petruzzelli di Bari ma anche dei Mondiali di nuoto e dell’emergenza Gran Sasso.
8) Non è vero che l’inchiesta sugli appalti della Protezione civile riguardi solo imprenditori e politici vicini al governo
Il pm Achille Toro, procuratore aggiunto di Roma, nonchè membro di spicco della corporazione dei giudici italiani ha deciso di dimettersi dal suo incarico per difendere la sua «onorabilità» e quella del figlio Camillo (pure coinvolto nell’inchiesta) dopo che è risultato indagato per rivelazione di segreti investigativi (e dai ieri anche per corruzione). Già indagato per rivelazione di segreti nell’affare Unipol, Toro ha ricoperto l’incarico di capo di gabinetto del ministro comunista Bianchi nell’ultimo governo di centrosinistra guidato da Romano Prodi.
9) Non è vero che Bertolaso abbia chiuso gli occhi sui presunti maneggi di Fabio De Santis, alto dirigente del Dipartimento per lo sviluppo
«Quando mi sono accorto che c’era qualcosa che non mi convinceva - citiamo testualmente la sua dichiarazione - l’ho subito sostituito con Gian Michele Calvi, professore di fama internazionale». Quel qualcosa che non andava è la lievitazione improvvisa dei costi alla Maddalena: «Ad un certo punto ho scoperto - ha dichiarato Bertolaso nell’intervista al nostro giornale - che dei lavori che avevamo previsto costassero 300 milioni di euro stavano per essere appaltati a seicento». A ulteriore conferma dei dubbi di Bertolaso si può citare lo stesso gip quando scrive che «De Santis è preoccupato per la reazione che può avere Bertolaso se gli si prospetta, come nel caso dei lavori alla Maddalena, di aumentare la spesa».
10) Non è vero che Bertolaso rischia una o più condanne nell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti in Campania
Nell’inchiesta che lo riguarda c’è stata la richiesta di
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