A New York l'Intelligenza artificiale ha fatto arrestare uno spacciatore

Gli inquirenti hanno usato un’AI capace di incrociare i dati e rilevare movimenti giudicati anomali se non persino sospetti

A New York l'Intelligenza artificiale ha fatto arrestare uno spacciatore
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A New York la polizia ha usato un’Intelligenza artificiale (AI) per arrestare uno spacciatore. È già di per sé una buona notizia ma, scavando un po’ più in profondità, ne nasconde una ancora migliore, perché l’impiego accorto e propedeutico delle AI ne consente la democratizzazione e allontana le paure, spesso ingiustificate, che l’uomo nutre nei loro confronti.

L’arresto è stato reso possibile dalla tecnologia ALPR (Automatic License Plate Recognition) che la polizia di New York usa già dal 2019 ma che, per la prima volta, ha impiegato in modo più evoluto.

L’arresto dello spacciatore grazie all’AI

Una storia tutto sommato semplice. Osservando gli spostamenti in automobile di un individuo e ricostruendo che molti dei tragitti compiuti lo portavano in zone della città dedite allo spaccio, la polizia di New York ha compiuto un arresto in flagranza di reato, tant’è che a bordo della vettura guidata da David Zayas sono stati trovati 112 grammi di cocaina, 34mila dollari in contanti e una pistola. La storia sarebbe finita qui se non fosse per il fatto che le indagini le ha svolte la tecnologia ALPR, un’AI tipicamente impiegata per trovare gli autori di infrazioni al codice della strada e a cui questa volta è stato chiesto uno sforzo in più. Il fatto è accaduto lo scorso mese di marzo ma soltanto nelle ultime ore i media stanno dando enfasi.

ALPR elabora le immagini di 480 telecamere dislocate per la città e, oltre a leggere i numeri di targa dei veicoli, riesce ad associare le caratteristiche delle vetture (come marca, brand, modello e colore) per identificarle e quindi associarle a un proprietario anche quando la targa non è ben visibile.

Ora però la polizia di New York ne sta facendo un uso ben più ampio, tant’è che impiega ALPR per identificare tragitti sospetti. Non si tratta soltanto di considerare gli spostamenti di una persona a bordo della sua auto, così fosse finirebbero sotto la lente molti fattorini, ma di esaminare la ciclicità con cui un’automobile frequenta percorsi anomali in zone note per essere centri dediti ad attività illecite. David Zayas è stato individuato per i suoi numerosi spostamenti lungo la Hutchinson River Parkway, strada bazzicata da spacciatori e consumatori di sostanze stupefacenti.

Gli algoritmi hanno così dedotto che gli spostamenti di Zayas fossero da approfondire. Il termine “dedotto” va privato delle sue caratteristiche intuitive, si tratta di una deduzione evinta dai dati ed elaborata grazie a principi scientifico-matematici, nulla a che vedere con il ragionamento.

La nuova (e attesa) frontiera delle AI

Con ChatGPT e Google Bard, tanto per citare due modelli di AI generativa che hanno partecipato a fare emergere timori, le persone si stanno convincendo che le Intelligenze artificiali vanno viste come un nemico ed è una lettura plausibile ma poco realistica. Il timore più grande è legato alla possibilità di perdere il lavoro a causa della sostituzione con le Intelligenze artificiali. Una paura che deve essere intesa come remota perché, tra le tante cose che le AI generative insegnano, spicca la loro inattendibilità.

Non a torto, le persone si chiedono se le decisioni prese dalle AI rispettano sani principi e si interrogano su chi deve rispondere di decisioni errate. Questi sono temi importanti e un po’ banalizzati che dovranno essere affrontati dai legislatori.

Per il momento si può dire, senza temere smentita, che uno spacciatore arrestato grazie

a un’AI rispetta ogni regola etica, oltre a mostrare l’utilità dell’essere umano (i poliziotti) nel compiere l’arresto. Nessun impiego è stato sostituito, è stato soltanto reso più efficiente grazie a un’Intelligenza artificiale.

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