Il nuovo Crozza usa il vecchio qualunquismo

Il nuovo Crozza usa il vecchio qualunquismo

Ne L'imitatore di voci, uno dei testi più famosi di Thomas Bernhard, si racconta di un personaggio che riusciva a imitare le voci degli altri, ma si dimostrava del tutto incapace e interdetto quando gli si chiedeva di imitare la propria.

Maurizio Crozza rischia un destino di tale genere: a forza di assumere toni ed espressioni altrui può davvero perdere per strada la propria identità. Insomma, chi è Crozza e perché continuiamo a parlare di lui all'ennesimo rimasticamento del suo repertorio, già ampiamente sfruttato, che dopo il trasferimento a sorpresa di Fratelli di Crozza su Nove della scorsa primavera, ritorna con una serie di nuove puntate? Certo l'attore ligure, costretto a misurarsi con la cronaca, non è favorito dall'attuale panorama politico, così scialbo e incolore. Dato per perso Renzi - una delusione per i comici, avrebbe potuto resistere ancora un po' e invece niente, finito - ci si guarda intorno e si incontra Giuliano Pisapia e la sua voce da paperino, troppo poco, davvero troppo poco. Ecco allora Marco Minniti, ministro dell'Interno che con Crozza condivide giusto la pelata. Qui interviene il commento fuori campo, dove lo stesso Crozza diventa insopportabile nel suo qualunquismo di ultrasinistra, tratti stupido quando usa con troppa superficialità termini come «manganello» e «fascista», strumentalizzando pro domo sua l'ampio consenso ottenuto da Minniti sul tema dei migranti. Quando si aizza da capopopolo, quando la faccia buffa lascia il posto al Lenny Bruce de noantri, Crozza dimostra gli evidenti limiti di personalità: può fingere di essere altro perché non riesce e non sa essere se stesso.

Meno male che c'è la destra a salvarlo. Eh sì, i comici dovrebbero fare proprio un monumento, a noi elettori moderati che salviamo il loro posto di lavoro. Crozza ritorna esilarante nell'imitazione di Vittorio Feltri, di cui sa cogliere ed esasperare lessico, modi, toni, studiati atteggiamenti provocatori. Da uomo ironico e divertente quale è, il direttore di Libero ha scritto di aver apprezzato la «versione di Crozza». Certo l'iperbole linguistica e il paradosso aiutano molto chi è in cerca di ispirazione. Quando trovi di fronte personaggi scialbi e anonimi come Luigi Di Maio c'è davvero poco da fare. Ma è proprio con M5S che le imitazioni non funzionano: impossibile fare il verso a Grillo, Crozza ci prova, ma proprio non funziona. Lo schema del programma viaggia comunque sui soliti binari collaudati, e risulta difficile aspettarsi qualche sorpresa.

Lo avevamo scritto la scorsa primavera, si tratta tutto sommato di risate di regime. E infatti si ride proprio poco.

Avremmo potuto ritagliare e incollare la stessa recensione di allora, ma ci ha salvati Vittorio Feltri. Fratelli di Crozza va in onda live il venerdì alle 21,15.

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