Il nuovo romanticismo di New York: una donna di plastica

New YorkLa settimana della moda di New York si chiude in bellezza con le strepitose sfilate di Marc Jacobs e Calvin Klein. Il genietto americano alla guida creativa di Louis Vuitton e in pole position per sostituire John Galliano come direttore artistico di Dior (pare che alla firma del contratto manchi un soffio) per la linea che porta il suo nome ha fatto un magnifico lavoro sul cosiddetto «put together»: metti insieme gli anni Venti, Trenta, Sessanta e Novanta con la modernità dei materiali di sintesi tipo cellophan, vinile e neoprene. Il risultato era a dir poco sensazionale anche perché Jacobs ha sviluppato un vero e proprio talento nella coreografia delle sue sfilate che durano in tutto cinque minuti ma lanciano messaggi forti e chiari come un kolossal di tre ore.
Stavolta sul fondo della passerella circolare c’erano gigantesche cortine dorate che, una volta aperte, hanno rivelato un esercito di modelle sedute in fila sulla cosiddetta Chorus Line, come ballerine in attesa di esibirsi. «In effetti ho pensato a una sala da ballo, quella del film Cabaret di Bob Fosse - ammette il designer nel backstage - ma l’ispirazione non è quella: volevo solo che le cose sembrassero magiche, un sogno moderno ad alto tasso di femminilità». Ecco quindi i deliziosi abiti charleston con le frange di vinile trasparente, il cappottino di sangallo coperto di pastiglie in plastica e paillette, le gonne arricciate sul fianco e poi sigillate nel cellophan con un sorprendente effetto di raffinata eleganza senza tempo. Certo è molto difficile credere che una donna normale possa affrontare l’estate dentro uno scafandro di gomma con effetti da sauna finlandese. Lo stilista sostiene però che in show room ci sono le varianti portabili di tutti i capi: in seta o cashmere misti a nylon e neoprene, materiali che oggi sono anche traspiranti. Insomma uno spettacolo ad alto tasso di modernità. Ancor più riuscita in questo senso la bella collezione che il brasiliano Francisco Costa, da tempo alla guida creativa dell’universo femminile di Calvin Klein, presenta per la prossima estate. «Ho reinterpretato in chiave contemporanea la sensualità delle donne nei dipinti preraffaelliti - spiega nel backstage - volevo lavorare sui colori da boudoir e sulle forme fluide e soft della lingerie per costruire un’immagine fragile e forte allo stesso tempo». Dire che c’è riuscito è poco perché le modelle, issate sui chilometrici tacchi d’acciaio, marciavano decise rivelando sul retro degli abiti sapienti giochi di piegoline e drappeggi fermati dalle cuciture che definivano la linea danzante degli abiti a sottoveste prima rosa carne, poi avorio antico, neri o laminati d’argento. Il bello è che nonostante le complicate costruzioni sartoriali, tutto sembrava semplice e puro per non dire minimal come esige la griffe che ha lanciato l’idea del minimalismo globale.
Insomma dalle sfilate di New York arrivano segnali di cambiamento radicale: il lato romantico dell’animo femminile si veste di concretezza e modernità. Esemplare in questo senso anche la divertente collezione Marc di Marc Jacobs, linea pensata per il pubblico più giovane. Da non sottovalutare anche l’impeccabile portabilità di Tibi, griffe con un ottimo rapporto qualità e prezzo venduta anche alla Rinascente di Milano. Da Ports 1961, brand cino-canadese di proprietà della famiglia Chang, la collezione disegnata da Fiona Cibani (moglie di Mr.

Chang e direttore creativo del Gruppo) ha un’ispirazione a metà strada tra l’architettura e gli origami. Le pieghe che danno vita a varie forme geometriche sono rielaborate con stampe a riquadri e bande laterali: un’eleganza semplice e al tempo stesso complicata come +le donne di oggi.

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