Bari - Parte oggi in Italia la terza
versione dello scudo fiscale per l’emersione dei capitali
illecitamente esportati all’estero, voluta dal ministro
dell’Economia Giulio Tremonti.
Lo scudo "si applica sulle attività finanziarie e
patrimoniali detenute almeno al 31 dicembre 2008 e rimpatriate
ovvero regolarizzate a partire dal 15 settembre 2009 e fino al
15 aprile 2010", dice il decreto legge di luglio che ha
introdotto la sanatoria.
Il governo non ha fornito stime ma secondo alcuni banchieri
d’affari l’operazione potrebbe portare all’emersione di capitali
per 50 o 100 miliardi di euro, con un gettito per lo Stato tra
2,5 e 5 miliardi in totale.
On line la bozza dello scudo fiscale Da oggi, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, sarà disponibile la bozza della circolare sullo scudo fiscale. Lo ha annunciato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, intervenendo alla Fiera del Levante di Bari ad un convegno sull’evasione fiscale. Insieme alla circolare, da oggi fino al 25 settembre, ci sarà sul sito anche un forum che "consentirà - ha spiegato Befera - di valutare e recepire non solo le indicazioni delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, ma anche di tutti coloro che vorranno inviarci suggerimenti tecnici". Lo scudo fiscale, ha ribadito Befera, rappresenta "per tutti coloro che hanno esportato o detenuto all’estero, capitali e altre attività in violazione degli obblighi tributari, un’importante opportunità per regolarizzare in via definitiva la propria posizione fiscale".
Prelievo al 5% del capitale Il governo ha previsto un’aliquota al 50% su un rendimento
presunto annuo del 2% del capitale negli ultimi cinque anni,
pari ad un prelievo di circa il 5% sul capitale.
Tuttavia, il costo per aderire alla sanatoria potrebbe
riverlarsi inferiore. Dimostrando ad esempio di aver mantenuto
attività all’estero solo per un anno, il prelievo scenderebbe
all’1%, pagando quindi un’aliquota al 50% sul rendimento
presunto del 2% su soli 12 mesi.
Le procedure da seguire Secondo le istruzioni formulate dall’Agenzia delle entrate,
potranno aderire allo scudo persone fisiche, enti non
commerciali, società semplici e associazioni equiparate.
Gli interessati dovranno presentare un apposito modello
all’intermediario che riceve in deposito somme e attività
finanziarie o che è incaricato della loro regolarizzazione.
Potranno operare come intermediari banche italiane, società
di intermediazione mobiliare e di gestione del risparmio,
società fiduciarie, agenti di cambio iscritti nel ruolo unico e
Poste italiane.
Rimpatrio dalla Svizzera, regolarizzazione dal Lussemburgo Formalmente, la sanatoria è consentita a condizione che le
attività siano "rimpatriate in Italia da Paesi extra Ue, ovvero
regolarizzate o rimpatriate perché in essere in Paesi
dell’Unione europea ed in Paesi aderenti allo spazio economico
europeo che garantiscono un effettivo scambio di informazioni
fiscali in via amministrativa".
Per Gran Bretagna e Lussemburgo, che appartengono all’Unione
europea, vale quindi l’opzione regolarizzazione/rimpatrio.
Chi invece ha esportato capitali in Svizzera, Paese che non
aderisce allo spazio economico europeo, dovrà necessariamente
rimpatriare le attività.
L’obbligo di riportare i capitali in Italia vale anche per
le attività detenute in quei Paesi che rientrano nello spazio
economico europeo ma non garantiscono l’effettivo scambio di
informazioni fiscali, come il Liechtenstein o l’Andorra.
Tuttavia, se questi Paesi aprissero alla cooperazione
internazionale con lo scambio di informazioni fiscali varrebbe
anche per loro la possibilità della sola regolarizzazione.
Al momento, l’unico Paese che aderisce allo Spazio economico
europeo e garantisce lo scambio di informazioni è la Norvegia.
Sanatoria limitata ai reati fiscali Lo scudo sana solo i reati di omessa dichiarazione e
dichiarazione infedele ed è precluso ai soggetti che hanno
procedimenti in corso.
I professionisti che assistono i clienti non sono esentati
dalle norme sull’antiriclaggio e devono pertanto denunciare le
posizioni sospette all’Unità di informazione finanziaria, il
braccio operativo di Bankitalia nella lotta al riciclaggio di
denaro sporco. Sulla base di questo Bankitalia mette in moto una
segnalazione a Guardia di finanza e autorità giudiziaria.
Le differenze rispetto alla disclosure in Usa e Gb
Rispetto all’amnistia presentata in altri Paesi, Stati Uniti
e Gran Bretagna soprattutto, ci sono rilevanti differenze, come
la protezione assicurata all’evasore e il basso costo della
sanatoria.
"Si tratta di provvedimenti che non prevedono l’anonimato
del contribuente e dove l’emersione comporta il pagamento
dell’intero ammontare delle imposte, inclusive di interessi", ha
detto in luglio il governatore di Bankitalia Mario Draghi.
Il governatore ha aggiunto che in Usa e Gran Bretagna il
vero vantaggio non è tanto economico quanto il fatto che si
evitano sanzioni penali.
I numeri dei due primi scudi Con i provvedimenti varati nel 2001 e nel 2002 sempre da
Tremonti erano emersi 73,1 miliardi di euro, che hanno
comportato un gettito pari a 2,1 miliardi di euro.
Lo scudo 2001 prevedeva un’aliquota del 2,5% sull’importo
dichiarato tra il novembre 2001 e il giugno 2002 ai fini del
rimpatrio e della regolarizzazione. Sono emersi 54,6 miliardi di
euro, pari a 33,2 miliardi per i rimpatri e a 21,4 miliardi per
le regolarizzazioni.
Lo scudo 2002 prevedeva invece un’aliquota più alta, pari al
4% e applicata sempre sull’importo dichiarato. Tra il gennaio e
l’ottobre 2003 sono emersi 18,5 miliardi (10 miliardi di rientri
e 8,5 miliardi di regolarizzazioni).
Dei 43,2 miliardi di euro complessivamente rimpatriati con i
due scudi, oltre la metà sono pervenuti dalla Svizzera, per un
totale di 25,14 miliardi di euro (58,1%).
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