Opa Enel in arrivo, Suez decolla in Borsa

Paolo Giovanelli

da Milano

Ormai non è più questione di «se», ma di «quando»: l’Opa di Enel su Suez viene data per scontata. Voci provenienti da ambienti di Parigi definiti «in fibrillazione», davano per possibile il lancio addirittura già ieri sera. Ipotesi però fuori luogo, e per un motivo in fondo semplice: Enel vuole la garanzia che la partita sia «fair». E finora non l’ha avuta. Fulvio Conti, ad del gruppo italiano, teme infatti che il governo francese gli possa giocare lo «scherzo» di congelare i diritti di voto in Suez. E per evitare che scatti questa trappola, che sarebbe micidiale, ieri si è mosso il governo italiano: il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha incontrato il commissario europeo alla Concorrenza Neelie Kroes «non per parlare di energia, ma di mercato e di futuro dell’Europa» come ha detto lo stesso ministro. In altri termini, Tremonti avrebbe chiesto alla Kroes di ottenere le garanzie che non scattino «trappole» in violazione del libero mercato. Kroes ha rispoto che la Commissione Ue sarà «molto severa e rigida nel far rispettare la libera concorrenza anche nel settore energetico». E nei prossimi giorni incontrerà esponenti del governo francese (forse lo stesso ministro Breton) per ottenere le necessarie garanzie. Poi l’Opa potrebbe essere lanciata nel fine settimana. E in un’Opa a giorni credono anche i mercati: ieri il titolo Suez ha fatto un balzo del 5,4% mentre Gaz de France ha perso lo 0,48 per cento. Enel da parte sua ha guadagnato lo 0,92 per cento.
D’altro canto gli sforzi diplomatici italiani finora hanno trovato Parigi totalmente sorda alle proposte di compromesso: l’energia all’Enel, tutto il resto ai francesi. Il ministro Claudio Scajola ha detto che la valutazione dell’Opa «è in corso» e il governo, che è anche azionista della società, sta valutando se l’operazione «può essere utile e conveniente». Gli incontri italo francesi, comunque, continuano: ieri c’è stato un faccia a faccia Scajola-Loos a Bruxelles, oggi dovrebbero reincontrarsi a Mosca.
La battaglia si gioca anche sul fronte delle pubbliche relazioni: la lettera di Breton a Bruxelles e a Tremonti in risposta alle richieste di chiarimento sostiene che le informazioni sull’Opa di cui disponeva Parigi erano «vaghe e superficiali». Non solo, ma il ministro è arrivato ad affermare che il «patriottismo economico è moderno e largamente accettato». Tremonti ha replicato che «nell’operazione Suez-Gdf ci sono elementi che non sono di mercato. Prima si fa la legge, poi si annuncia la fusione».


Ma salvo sorprese l’Opa è in arrivo e la questione del rispetto delle regole di mercato è cruciale: il governo italiano, infatti, bloccò i diritti di voto di Edf in Edison perché la società francese era totalmente statale e non quotata in Borsa. Due caratteristiche che ha invece l’Enel.

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