Ora la «sottoveste» della Ferrari si sceglie su misura

Ora la «sottoveste» della Ferrari si sceglie su misura

Maranello (Modena)«Nella moda 100 bianchi se li sognano» commenta sussurrando Lapo Elkann mentre Luca di Montezemolo illustra il programma Tailor Made della Ferrari messo a punto dalla casa di Maranello per un numero limitato di clienti che potranno studiare una definizione sartoriale della loro vettura con un team di esperti guidati da un Personal Designer. «Offriamo 25 tipi d’impunture per i sedili, cinque varianti di opacizzazione della vernice compresa quella con effetto pixelato e 100 sfumature solo per il bianco - spiega il presidente -. Possiamo fare ogni tipo di personalizzazione possibile e immaginabile: dal baule in fibra di carbonio rivestito nello stesso teak dei motoscafi Riva agli interni in cashmere gessato, pelle di coccodrillo e perfino in tela da jeans. È una cosa che i fratelli Marciano (proprietari del marchio Guess, ndr) mi avevano chiesto di fare quando sono arrivato in Ferrari 20 anni fa, ma non avevo potuto accontentarli perché all’epoca non esistevano i trattamenti che rendono il denim compatibile con le esigenze di immatricolazione che l’industria automobilistica deve rispettare».
Quindi prende la parola Lapo, consulente creativo del progetto nonché felice proprietario di una Ferrari California Blu Scozia opaco con interni in pelle carta da zucchero e denim oltre che di una 458 di cui non vuole dire il colore «perché si tratta di un’opera d’arte, una cosa troppo avanti che il mercato non è ancora in grado di recepire». Una simpatica spia ci rivelerà che la Ferrari di Lapo è stata verniciata con lo stesso motivo mimetico del suo Cherokee. «Non l’hanno fatto a Maranello» puntualizza l’informatore mentre Lapo ci rivela che lui e suo fratello Jaki avevano stabilito da ragazzini di non concedersi una Ferrari prima di compiere 30 anni. «Adesso ne ho due e me le sono pagate con il mio lavoro: ho cinque aziende tutte in crescita, quest’anno abbiamo triplicato il fatturato dell’occhialeria» conclude il 33enne manager prima di spiegare in cosa consiste il suo lavoro per questo progetto. «Tailor Made non lavora con la moda ma con lo stile - dice -, un servizio paragonabile solo con quello della couture: l’eccellenza senza limiti. Siamo i primi a fare una cosa del genere nell’automobilismo, sono orgoglioso di partecipare a questa avventura perché la Ferrari ha un Dna che va salvaguardato e amato, è un patrimonio dell’Italia». Inevitabile chiedergli cosa pensa del cosiddetto decreto salva Italia per cui i proprietari di Ferrari dovranno pagare un bollo da 7000 euro l’anno. «È giusto che i ricchi paghino le tasse, mi spiace solo per quelli che già non arrivavano a fine mese e dovranno lavorare molti anni in più per raggiungere la pensione» risponde a sorpresa. Montezemolo invece sciorina aneddoti sul mito Ferrari: dallo scià di Persia che l’aveva fatta fare rosa per Soraya all’inedita tinta tra grigio e beige battezzata Ingrid perché creata dallo stesso Rossellini per la Ferrari regalata alla Bergman in occasione del loro matrimonio. Pare che la diva davanti al sontuoso dono abbia commentato «Non ho neanche la patente e tu mi regali una macchina?».

Invece Anna Magnani sarebbe scesa da un giro di prova in pista dicendo «Robè, questa macchina me fa godere er c…». Ai veri ferraristi basta la musica del motore. E con Tailor Made potranno scegliere tra tre collezioni all’anno: Classica, Scuderia e Inedita. I prezzi? Che volgarità parlarne davanti alla creatività illimitata.

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