Venti mesi di chiusura, un'eternità. Non solo pergli artisti e gli ex lavoratori, ma anche per chi aveva fatto di un piccolo spazio espressivo il proprio legame con il territorio, con la società. Pubblico particolare, certo. Ma che aveva recepito il messaggio di quel progetto lanciato agli inizi del Duemila: i teatri di «cintura». Oltre che teatri, poli culturali, incubatori delle istanze creative nelle periferie, per non abbandonarle del tutto al degrado, all'emarginazione, alla droga, alla prostituzione. Ma poi i soldi finiscono, le splendide utopie sono lasciate perdere appunto come utopie, e dunque irrealizzabili. Specie quando alla porta magari bussano forti interessi economici.
È per questo che la storia del «Teatro del Lido» di Ostia, costruito con fondi pubblici, e chiuso da due anni, forse da oggi cambia di segno e diventa significativa. Si sottrae al destino che lo attendeva con la falce: restare serrato, sorvegliato da vigilantes, fino a che l'area magari sarebbe diventata «merce prelibata» per gli immobiliaristi. Invece il Teatro del Lido è stato pacificamente occupato dai cittadini ostiensi e ha dunque riaperto i battenti. Una sessantina tra comitati di quartiere e associazioni di cittadini hanno lottato per riaverlo, vi si sono insediati, e ancora non è chiaro come la vicenda andrà a finire. Anche perché sembrerebbe profilarsi l'apertura di un piccolo spiraglio da parte del Comune.
Il Teatro del Lido è un piccolo teatro alla periferia della periferia di Roma, solo 150 posti, ma negli anni prima della chiusura interessantissimo esperimento di incontro: sia per la qualità della proposta culturale multidisciplinare, sia per il forte radicamento territoriale (scuole, centri anziani, diversamente abili, migranti), sia per l'accessibilità dei prezzi. Uno dei pochi spazi pubblici di aggregazione rimasti del territorio ostiense e «autentico fiore all'occhiello per Roma», spiegano con enfasi i rappresentanti del Comitato Riapriamo il Teatro del Lido. «Torniamo in scena - dicono -. Il sipario, calato dall'alto con il bavaglio imposto dalle istituzioni, è di nuovo aperto a tutti e lo spazio liberato tornerà a essere un luogo d'incontro e di cultura, tra sperimentazione e cura del territorio. Torna il modello del teatro pubblico partecipato, così come era stato pensato e realizzato nel 2003», insistono gli occupanti del Comitato. Che presentano il cartellone che hanno in mente: «Sarà ricchissimo, nelle prossime due settimane: il sabato e la domenica spettacoli a ingresso libero, mentre dal lunedì al giovedì sala prove, laboratori di formazione teatrale, incontri con gli autori, proiezioni, mostre fotografiche, spazi per le rappresentazioni scolastiche e delle compagnie locali, tavoli di progettazione partecipata».
Il Comitato Riapriamo il Teatro del Lido si prefigge anche di istituire la commissione di programmazione con la rappresentanza dell'associazionismo territoriale e l'attivazione delle risorse peraltro già disponibili per il funzionamento del teatro nell'anno in corso e l'impegno per i tre anni successivi. Il Comitato chiede al Comune anche «l'immediata riassunzione degli operatori del teatro del Lido rimasti senza contratto e presi in giro con false promesse».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.