
Dopo la rottura di un cavo della funivia che li stava portando sul monte Faito, sono rimasti per ore sospesi nel vuoto e nella nebbia che rendeva ancora più difficili le operazioni di soccorso. Poi la cabina è caduta nel vuoto, nello strapiombo sottostante, rotolando a valle per centinaia di metri e uccidendo quattro dei cinque passeggeri a bordo, tra cui il macchinista. Il quinto è ferito in modo grave ed è stato trasportato in eliambulanza all'ospedale del Mare. Mentre sono tutti i salvi gli occupanti della cabina che stava scendendo verso la stazione di Castellammare.
L'incidente poco dopo le 15 di ieri nell'impianto in provincia di Napoli, riaperto per la stagione solo una settimana fa, che dalla stazione della Circumvesuviana consente di raggiungere in otto minuti la vetta del monte. Nel pomeriggio uno sbalzo improvviso fa bloccare le cabine: è il sistema di sicurezza entrato in funzione dopo che il cavo trainante si è sganciato, precipitando al suolo e finendo sulla linea sottostante della Circumvesuviana. Le due cabine rimangono a lungo sospese nel vuoto. A bordo ci sono sedici persone terrorizzate, tra passeggeri e personale. Non capiscono cosa sta succedendo. Le undici a valle, appena partite, vengono imbracate con le funi di sicurezza e riportate a terra nel giro di un paio d'ore con un verricello. Sono tutti turisti stranieri, nessuno è ferito. La cabina dove si trovavano era a pochi metri dal suolo. «Abbiamo avuto un po' di paura, non capivamo cosa stava succedendo. C'è stato un salto di cinque secondi», raccontano i superstiti mentre cresce l'apprensione per i passeggeri a bordo della cabina a monte rimasta bloccata nel vuoto. È avvolta nella nebbia, non si vede. Neanche l'elicottero dei vigili del fuoco riesce ad individuarla. Non si riesce nemmeno a contattare l'operatore via radio. Il piazzale della stazione di arrivo comincia a riempirsi di ambulanze. Le operazioni di soccorso sono ostacolate dal maltempo, piove e c'è una nebbia fittissima. Poi arriva la tragica notizia, che trasforma la paura in angoscia: la cabina vicina alla stazione sul monte è caduta, scivolando e schiantandosi contro il primo pilone. Si sparge la voce che ci sono vittime. Inizialmente non si capisce quante, poi il dramma comincia a prendere forma: tre morti e un disperso. Poco dopo il disperso viene trovato. Alla fine le vittime saranno quattro: tre turisti stranieri di cui ancora non si conoscono le generalità e l'operatore, Carmine Parlato, residente a Napoli, da anni dipendente Eav, la società che gestisce la funivia, dopo aver lavorato presso il deposito dei bus di Sorrento. Quando si diffonde la notizia dell'incidente, la moglie si precipita in lacrime nella stazione a valle dell'impianto, sperando in un miracolo che non ci sarà, mentre sono ancora in corso le operazioni di soccorso. Il quinto passeggero è ricoverato in prognosi riservata con fratture agli arti inferiori. L'inchiesta della Procura di Torre Annunziata per omicidio e disastro colposo stabilirà le cause del drammatico incidente. Per ora si fanno solo ipotesi. «Si è spezzato il cavo di trazione, ha funzionato il freno d'emergenza a valle ma evidentemente non quello della cabina che stava entrando nella stazione sulla sommità del Faito», spiega il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza. Per l'amministratore Eav Umberto De Gregorio, presente alla stazione di Castellammare di Stabia, la funivia aveva appena riaperto con tutte le condizioni di sicurezza previste. A chi gli chiede se con il forte vento di ieri non si sarebbe dovuto fermare l'impianto, risponde che il «direttore di esercizio non ha ritenuto di chiudere».
Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, profondamente addolorato per le vittime, ha chiesto un report accurato sull'incidente per approfondire tutti gli aspetti della vicenda e accertare eventuali responsabilità in tempi rapidi.
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