A ottobre parte il torneo di calcio del Vaticano: gendarmi favoriti su svizzeri

L'organizzatore Sergio Valci stila pronostici e pagelle sull'Osservatore Romano: «La squadra dei Gendarmi è campione in carica, ma attenti ai Musei che si sono portati a casa coppa e supercoppa». Il campionato nacque nel giugno 1966, utopico pensare a una Nazionale

Scaldano i muscoli le squadre vaticane che con alla testa i Gendarmi favoriti, i «Musei» vincitori delle ultime due coppe e gli «Svizzeri» rimasti ancora a «zero tituli» si preparano a contendersi lo scudetto del prossimo campionato di calcio 2009-2010 all'ombra del Cupolone.
A metà ottobre, la prima partita. Intanto sull'Osservatore Romano, l'organizzatore del torneo Sergio Valci stila pronostici e pagelle d'Oltretevere. «La squadra dei Gendarmi è favorita, ha vinto l'ultimo torneo. Ma attenti ai Musei che si sono portati a casa coppa e supercoppa. E occhio alle sorprese. Le Guardie Svizzere sono sempre alla ricerca del loro primo titolo. E in giro ci sono fior di squadre: nell'ambito della Direzione delle telecomunicazioni ne sta nascendo una proprio adesso, che potrebbe capovolgere i pronostici».
L'origine del torneo all'interno delle Mura vaticane risale al giugno del 1966 quando nacque al prima squadra «nei corridoi dei Musei». «A formarla - racconta Valci - ci pensarono custodi, restauratori e inservienti che scelsero di chiamarla Hermes». Nessuno sponsor per le squadre targate santa Sede: «L'attività - spiega - si svolge sotto il patrocinio del Governatorato che copre gli eventuali disavanzi di bilancio. Le entrate sono le quote di iscrizione dei partecipanti e qualche piccola sponsorizzazione di istituzioni vicine al Vaticano».
Difficile invece, se non proprio utopico, vedere un giorno scendere nei campi di calcio la nazionale vaticana. «Non c'è nessuna possibilità di organizzare una squadra del genere - afferma Valci - perchè non è istituzionalmente prevista, per quanto possa essere divertente l'idea. Non c'è una nazionale vaticana, ma una selezione di dipendenti che di tanto in tanto gioca partite amichevoli. La nostra rappresentativa non è iscritta alla Fifa nè all'Uefa. Qualche soddisfazione però ce la siamo tolta. L'esordio risale al 1985: 3-0 a una rappresentativa di giornalisti austriaci. A Torino abbiamo pareggiato 3-3 con una selezione di funzionari dell'Onu. Ma la primavera della Roma, allenata da Benetti, ce ne ha fatti nove e il migliore in campo risultò il nostro portiere».
Valci stila anche la sua formazione ideale: «Il numero uno è Antonello Belli, lo Zoff della squadra delle Poste. Si è fatto le ossa nella primavera della Lazio. Portieri molto bravi sono stati Gianfranco Guadagnoli delle Poste e Adriano Vitali della Radio Vaticana». Ma è vero che nel campionato vaticano è ammesso uno straniero per squadra e solo nel ruolo di portiere? «Sì, abbiamo concesso alle squadre di schierare tra i pali un giocatore che può anche non essere dipendente vaticano. Il motivo è presto detto, ci siamo resi conto che le partite finivano con punteggi tennistici perchè non in tutti gli uffici c'è uno bravo in porta». Dai laici al pallone d'oro per il miglior calciatore tra gli ecclesiastici. A chi va il riconoscimento? «Il titolo se lo contendono - secondo Valci - monsignor Fortunato Frezza, sottosegretario del Sinodo dei vescovi, monsignor Gabriele Caccia, già assessore della Segreteria di Stato ora arcivescovo eletto e nunzio apostolico in Libano, e don Stefano Occelli, segretario del cardinale Deskur. Tre giocatori rocciosi, centrocampisti di quantità con lampi di qualità».
Non è finita. Chi è il Trapattoni del Vaticano? «Sulle panchine del nostro campionato si sono seduti fior di allenatori. Dino Da Costa, l'oriundo brasiliano che ha giocato con la Roma e con la maglia azzurra; De Angelis, alfiere del Genoa e della nazionale; Mattioli, in serie A con la Lazio. Tra i mister «interni» Franco Adamoli ha allenato le Poste con lo stile di Arrigo Sacchi». E il fischietto più bravo? «Enrico Ottaviani, ci ha messo tutta la sua esperienza maturata come arbitro nei campi delle categorie minori e guardalinee in serie A. Ottimo fischietto anche Enzo Bernacchia. Ricordo poi il compianto Franco Rubini che è stato arbitro ma anche giocatore e dirigente della squadra dei Musei. Da due anni a dirigere le partite vengono sette giovani arbitri ufficiali della sezione di Civitavecchia. Comunque i nostri match sono sempre corretti anche quando gli animi si accendono per la passione del gioco».
All'ultima domanda su che cosa gli ha dato questa lunghissima esperienza di dirigente sportivo, Valci risponde senza dubbi: «Un tesoro umano di inestimabile valore. Mi ha fatto incontrare tanti amici con cui ho condiviso la passione per il calcio. La soddisfazione più grande l'ho avuta quando è stato organizzato un incontro di festa che hanno subito chiamato "Valci day". Era il 13 maggio 2004 e da pochi mesi ero in pensione.

Figlio di un dipendente vaticano, ho sempre lavorato nella sanità, anche al Bambino Gesù e al Fatebenefratelli e oggi sono nel consiglio di amministrazione del comitato esecutivo del Fondo pensioni vaticano. Queste esperienze professionali mi hanno confermato che l'attività sportiva da dopolavoro è un servizio utile per chi gioca e per gli uffici stessi».

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