Parkinson e attività fisica: quando è consigliata, i benefici e quale sport è utile

Malattia di Parkinson e salute, quando lo sport può risultare di supporto e quale l'attività migliore per il benessere dell'organismo. Scoprimo insieme di cosa si tratta

Parkinson e attività fisica: quando è consigliata, i benefici e quale sport è utile

Malattia di Parkinson e movimento, una risposta importante per la salute dei pazienti che così possono preservare l'equilibrio con maggiore costanza e aumentare anche il tono muscolare. Per rallentare gli effetti prodotti da questa sindrome è importante abbracciare uno stile di vita più dinamico, arginando la voglia di sedentarietà. Lo sport mette in campo una vera e propria azione protettiva rallentando così il decorso della malattia, migliorando anche la circolazione cerebrale e attenuando lo stress ossidativo.

In particolare l'esercizio aerobico pare possa contrastare positivamente la sindrome, agendo particolarmente sul cervello per limare il declino cognitivo e attivare una reazione di rallentamento contro la malattia stessa. La scelta dell'attività sportiva non deve risultare casuale ma ben ponderata, come la frequenza della stessa che deve essere costante al pari dell'intensità. Scopriamo di cosa si tratta, quando si parla di malattia di Parkinson, e quale l'attività fisica più adatta.

Malattia di Parkinson, di cosa si tratta

Malattia di Parkinson e assistenza

Si tratta di una malattia neurodegenerativa tra le più diffuse, insieme alla malattia di Alzheimer, che mostra una progressione lenta e costante e che coinvolge alcune funzioni dei movimenti e dell'equilibrio corporeo. Colpisce la parti più profonde del cervello, noti come gangli della base, che interessano anche la corretta esecuzione dei movimenti. La sindrome ha luogo quando si ha un calo sostanziale dei livelli e della produzione di dopamina, frutto della degenerazione dei neuroni compresi in un'area chiamata Sostanza Nera e con relativo accumolo di una protenina chiamata alfa-sinucleina. In contemporanea si ha la manifestazione dei sintomi in un lungo e lento percorso: tra questi il tremore a riposo, lentezza nei movimenti nota come bradicinesia, perdita dell'equilibrio, lentezza anche nel parlare, rigidità e depressione.

Le cause della comparsa della malattia di Parkinson, ancora oggi, non sono del tutto note ma si parla concomitanza di vari fattori. Ad esempio la mutazione di alcuni geni in pazienti con una storia familiare positiva alla sindrome, oltre a lesioni cerebrali e infezioni. Tra le altre cause ci sono anche l'esposizione a sostanze tossiche come ad esempio gli idrocarburi solventi, i funghicidi e i pesticidi, e alcuni metalli pesanti, oltre ad alcune abitudini alimentari errate come una dieta ricca di grassi animali, saturi o insaturi. Per trattare la malattia si avvia un percorso farmacologico mirato, con il supporto di una dieta personalizzata, di un aiuto psicologico e, ove possibile, attraverso interventi di neurochirurgia.

L'attività fisica per rallentare la sindrome: qual è la più adatta

Malattia di Parkinson e Yoga

La pratica sportiva sembra svolgere un importante ruolo di supporto nella vita dei malati di Parkinson, sia dal punto di vista fisico, che emotivo e psicologico. Ma l'approccio verso l'attività deve prevedere il supporto di un team di esperti, con relativa visita medico-sportiva preventiva per valutare correttamente quale possa essere lo sport più adatto al singolo caso. Di certo praticarlo può offrire solo benefici, in particolare se affrontato con costanza regolare e con una buona intensità. Il movimento è fondamentale per i pazienti colpiti dalla malatti di Parkinson, con una preferenza per le attività che puntano a migliorare la flessibilità e l'allungamento dei muscoli.

Sono consigliate anche quelle che sviluppano la resistenza e il tono muscolare, oltre alle attività aerobiche, sempre sotto la supervisione di un coach o di un esperto che possa guidare i movimenti in modo corretto. Ecco gli sport più adatti:

  • pilates: una pratica interessante e davvero utile per migliorare la fluidità dei movimenti, aumentando la tonicità muscolare e favorendo un maggiore equilibrio fisico. Il pilates stimola una migliore concentrazione per connettersi con la coordinazione personale. Tutto merito della ciclicità data dagli esercizi che, in modo ritmico, consente di contrastare le problematiche legate alla coordinazione;
  • nordic walking: è l'attività giusta per i pazienti che si muovono poco perché la presenza dei bastoncini rassicura e aumenta la coordinazione personale, stabilendo personalmente il ritmo dei propri passi;
  • Tai Chi Chuan: la pratica mira a trovare l'equilibrio personale, sia fisico che mentale, con una grande attenzione nei confronti di ogni singolo movimento. Quelli più lenti e meditati agevolano una maggiore concentrazione, una migliore coordinazione e postura con relativo stretching muscolare;
  • ballo: oltre a rallegrare l'umore la pratica migliora il movimento, la fluidità personale, spinge a concentrarsi sui passi e sulla coordinazione dei movimenti. Il ballo non solo stabilisce nuove connessioni con altre persone ma obbliga a concentrarsi sulla musica e libera la mente dalla tristezza;
  • boxe senza contatto: stimola una migliore coordinazione tra le varie parti del corpo, migliora il cammino e l'equilibrio. Permette di sfogare le tensioni personali e aumenta anche il tono muscolare;
  • yoga: una pratica che agevola una migliore forza personale, con relativo allungamento dei muscoli che risultano più tonici e forti. L'equilibrio fisico ne trae vantaggio ma anche quello emotivo, con ricadute positive sulla qualità del sonno e sulla serenità personale;
  • nuoto: l'acqua trasforma i movimenti in gesti leggeri e senza peso, gli sforzi si riducono e aumenta la fludità personale. La coordinazione migliora come la forza fisica, ma sempre con il supporto o la supervisione di un esperto;
  • golf, tennis, ping pong, pallavolo: sono tutte attività che richiedono coordinazione, concentrazione e attenzione, da praticare a vari livelli di intensità per contrastare gli effetti tipici della malattia di Parkison.
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