Sei anni di ricerche e indagini per risalire all'identità dell'uomo che nel 2013 aveva sottratto un bambino di appena 4 anni. Alla fine era stato il padre magrebino. All'epoca l'uomo, accampando una scusa alla moglie, di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), riuscì ad allontanarsi dalla città in compagnia del figlio. Ma invece di andare, come promesso, a trovare i parenti in Italia, portò il bimbo in Marocco e fece perdere le proprie tracce. La donna chiese aiuto alla polizia, presentando denuncia al commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto. Gli agenti ai tempi avviarono le ricerche, attraverso il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Scip), una rete internazionale che valuta i casi di sottrazione di minore. Sono seguiti anni di ricerche estenuanti. Solo grazie alla collaborazione internazionale, nel maggio di quest'anno l'uomo è stato rintracciato e tratto in arresto dalle autorità marocchine. Nonostante l'arresto e un caso di imputazione sulla testa, l'uomo continuava a rifiutarsi di consegnare il bambino, potretto dalla famiglia di origine. Numerosi i tentativi e gli incontri, anche con la moglie e altri familiari, ma nulla convinceva l'uomo a rivelare dove si trovasse il bambino. Solo il prospettarsi di una più grave imputazione lo ha finalmente convinto a capitolare. Il bambino, che adesso ha dieci anni, è stato ritrovato e consegnato alla madre in Marocco. Si attende ora il rientro in patria.
Non è il primo caso in Italia, qualche mese fa un donna algerina è sparita col bambino di 6 anni che ha portato in vacanza nel suo Paese di origine.
Il padre di Lecco ha denunciato l'ex moglie per sottrazione internazionale di minore. Ad unire questi episodi c'è sempre un filo conduttore: ovvero la scusa di un viaggio nel paese di origine e da lì il far perdere le proprie tracce.
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